Se il ricorso è… vicino
Edilizia, a Cavigliano il Tram dà ragione alla Parrocchia Nelle Terre di Pedemonte dopo il caso della Cooperativa ‘Viv Insema’ altri progetti immobiliari hanno dovuto fare i conti con le resistenze dei confinanti
Dio sia lodato. Tira un bel sospiro di sollievo la Parrocchia di Cavigliano lanciatasi, due anni fa, in un progetto immobiliare che interessa, da vicino, un terreno incolto di sua proprietà nella campagna sottostante la chiesa. L’idea era quella di costruirvi una palazzina su più piani (il fondo è un R3), con alcuni appartamenti a pigione moderata e un attico (quest’ultimo da poi mettere in vendita). Fin da subito, però, le buone intenzioni dell’ente hanno dovuto fare i conti con l’opposizione di una confinante.
La stessa, in un primo tempo, si è messa di traverso contestando il rilascio della licenza edilizia da parte del Municipio; non paga, si è in seguito rivolta al Consiglio di Stato per chiederne la revoca. Purtroppo per lei, il Servizio ricorsi del governo le ha risposto picche. Così, decisa a non mollare, la confinante ha invocato l’aiuto del Tribunale cantonale amministrativo (Tram). Di questi giorni la notizia che anche la massima istanza cantonale in materia non ne ha voluto sapere di sconfessare il parere di Municipio e Cantone. In pratica, quindi, il discorso potrebbe chiudersi qui, dopo circa due anni di tira e molla. Sempre che l’interessata non voglia rimandare ogni decisione al Tribunale federale di Losanna. Per ora, quindi, la Parrocchia di Cavigliano ha tutte le carte in regola per proseguire nel suo intento.
A Verscio raccolta di firme vana
Discorso che vale, a qualche centinaio di metri in linea d’aria di distanza, anche per la futura “Residenza Tre Terre”, una palazzina di tre piani (per complessivi 8 appartamenti) nella campagna di Verscio.
In questo caso l’istante non è un ente pubblico bensì un privato, costretto a fare i conti non solamente con un ricorrente bensì con una settantina di contrari, tra vicini e confinanti, che non condividono i suoi piani. Tutto ha inizio nel 2017, quando l’interessato acquista un terreno di 1’500 metri quadrati. Fa elaborare un progetto edificatorio che presenta, per correttezza, in anteprima a diversi residenti. L’elaborato è rispettoso dei parametri e ottiene dal Municipio la licenza edile. Un vicino si oppone ma non la spunta. Non molla e ricorre al CdS. La sua istanza è “supportata”da una lettera di protesta inviata al Servizio ricorsi dello Stato e sottoscritta da una settantina di domiciliati. Nella stessa si contesta, in particolare, l’impatto della costruzione (presunta inosservanza dei contenuti della Legge sullo sviluppo territoriale che presuppone un inserimento ordinato e armonioso della palazzina) e l’inevitabile incremento del traffico nelle strette strade della campagna verscese, inadatte e percorse anche dai bambini della vicina sede scolastica.
Da Bellinzona, tuttavia – musica di una decina di giorni or sono – giunge la conferma: il rilascio della licenza è in piena regola. Il progetto sottoposto rispetta perfettamente le norme del Pr (tra queste anche il piano di arretramento che consentirebbe un futuro adeguamento della carreggiata).