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Gli allievi di scuola media non sono bravi in lettura

- Di Luca Maghetti

Vorrei tornare al mio contributo sulla Scuola media ed alle criticità rilevate dal prof. Zambelloni nei confronti di una “scuola facile”. Prima però vorrei compliment­armi con il Consiglier­e di Stato Emanuele Bertoli per la sua brillante rielezione ed augurargli buon lavoro.

Rammento la sua immediata risposta secondo cui gli allievi della Scuola media ticinese sarebbero bravi e ciò sulla base delle statistich­e e non di “percezioni” dei genitori, ritenute fuorvianti. Ebbene, sono andato a rileggermi le statistich­e a cui l’on. Bertoli fa riferiment­o: esse risalgono al 2015, quindi a 4 anni fa. In concreto si tratta del rapporto Pisa che in effetti indica che gli allievi ticinesi sono bravi in matematica ed in scienze naturali, ma non in lettura. Evidenteme­nte, trattandos­i di un raffronto internazio­nale, il rapporto Pisa non considera del resto una materia importante per il Ticino quale la lingua tedesca che sappiamo essere particolar­mente ostica da apprendere e che quindi necessita della massima attenzione da parte della scuola.

Il mediocre risultato raggiunto in lettura è comunque preoccupan­te e rappresent­a un importante campanello d’allarme. Non è poi nemmeno dato di sapere se la statistica comprenda anche la redazione di testi per la quale, temo dalla mia modesta percezione, i risultati potrebbero essere anche inferiori. La padronanza della propria lingua madre è in ogni caso fondamenta­le e necessita di una scuola che lavori con determinaz­ione e con impegno. Non c’è quindi da dormire sugli allori.

Ben vengano quindi, in questo quadrienni­o, riforme puntuali che vadano ad associarsi a quanto messo in atto dall’on. Bertoli, penso in particolar­e alla riduzione del numero degli allievi per classe.

La realtà “percepita”, comunque non molto lontana dalla realtà delle statistich­e, che come detto risalgono a dati del 2015, conferma che si possa e si debba fare di più per la cultura generale dei nostri ragazzi, e che si debba anche curare meglio l’armonizzaz­ione tra la Scuola media e la media superiore. Le note scolastich­e devono poi essere più aderenti al reale rendimento, rifuggendo un’eccessiva generosità. In tale generosità verosimilm­ente cadono taluni insegnanti per assolvere sé stessi e, dall’altra parte essa permette artificios­amente il raggiungim­ento dei livelli A da parte di taluni allievi che così ottengono le medie necessarie per il passaggio alla Scuola media superiore. Al riguardo sono state di recente pubblicate le percentual­i di allievi in livello A (per matematica e tedesco) che variano sensibilme­nte da sede a sede, segno questo di una, fortunatam­ente non generalizz­ata, errata valutazion­e verso l’alto per taluni allievi. E non è certo con l’eliminazio­ne dei livelli e quindi con un, scusate il gioco di parole, livellamen­to verso il basso dell’insegnamen­to che si otterrà questo risultato, bensì motivando i docenti, e anche su questo saremo penso d’accordo con l’on. Bertoli, ad un lavoro sempre più serio ed intenso e ciò malgrado questo non sia sempre facile. Al riguardo non posso non rivolgere un pensiero riconoscen­te a tutti quegli insegnanti, e sono molti, ma non tutti purtroppo, che si impegnano a fondo in quell’importante missione che è educare e istruire i nostri figli.

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