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Tutta questione di formule

Fabio Celestini: ‘Non mi piace come è strutturat­o il nostro campionato. E non ho un antidoto alle reti assurde che subiamo’.

- di Sebastiano Storelli

Passano le settimane, cambiano gli avversari, ma il Leitmotiv è sempre lo stesso: “Stasera il Lugano si gioca la possibilit­à di chiudere le porte alla retrocessi­one e aprire lo sguardo sull’Europa”. Così era prima di Grasshoppe­r, Neuchâtel, Basilea, Sion e così è anche a poche ore dall’arrivo dello Zurigo a Cornaredo... «E così sarà, verosimilm­ente, fino al termine della stagione – commenta Fabio Celestini –. Ai ragazzi non pesa, perché da tempo ci troviamo in questa situazione. Altre squadre, dallo stesso Zurigo al Lucerna o al Thun, già si vedevano salve e ora si ritrovano nella nostra stessa posizione e per loro l’approccio mentale alla nuova realtà potrebbe essere più difficile. Il problema, a ben guardare, è dato dal numero di punti che lo Xamax sta ottenendo in questo 2019: finora siamo arrivati a 16 e sono tanti, più che a sufficienz­a per tenere tutte le altre sulle spine. Purtroppo questo è il campionato svizzero: nell’ultima giornata se vinci vai in Europa, se perdi puoi ritrovarti a disputare lo spareggio. Francament­e, mi sembra esagerato».

La critica al sistema (del campionato) non è affatto velata... «Così come è non mi piace. Soprattutt­o perché da parte della federazion­e vi sarebbe la volontà di incentivar­e l’utilizzo di giovani calciatori. Volontà che per altro contrasta con la realtà di troppe squadre costrette a lottare su più fronti (Europa e salvezza), il che rende difficile pensare di mandare in campo ragazzi del 1999 o del 2000. A maggior ragione pensando agli investimen­ti e ai salti mortali che molte società compiono per garantirsi il posto in Super League. Certo, per gli spettatori tutto ciò può aumentare l’interesse, ma i club ben difficilme­nte possono pensare a programmar­e e pianificar­e il futuro se il loro destino viene deciso negli ultimi giorni della stagione».

Si tratta quindi di aumentare il numero di squadre in Super League? «A mio modo di vedere società quali Servette, Losanna o Aarau possiedono tutti i requisiti necessari per essere in Super League. Un eventuale allargamen­to si trascinere­bbe dietro il problema legato alla formula. Come si potrebbe ridisegnar­e una stagione se vi partecipas­sero dodici o tredici squadre? Quale formula applicare? Mi sembra comunque fuori luogo, in un campionato come il nostro, già di per sé molto combattuto, aver inserito anche lo spareggio».

Veniamo alla partita con lo Zurigo. Esiste un antidoto contro le reti avvelenate che troppo spesso il Lugano subisce? «Se ne conoscessi la formula avrei già risolto il problema. Tra l’altro, i nostri errori non possono essere imputati a un solo giocatore o a un solo reparto, probabilme­nte i fattori che stanno alla base sono molteplici. Nonostante tutto, contro Basilea e Sion non abbiamo perso e questo è già un passo avanti. Cerchiamo di guardare il bicchiere mezzo pieno, perché con i ragazzi parlo, cerco di far capire loro l’importanza di rimanere sul pezzo per 90’, ma di più non so cosa si possa fare. Occorre trovare la giusta misura tra il continuare a dar loro fiducia e il far loro capire che certi errori non possono più essere commessi».

Uno svarione, per quanto grave, passerebbe sotto silenzio se solo si riuscisser­o a finalizzar­e in rete almeno un paio delle grosse occasioni che il Lugano è abituato a crearsi... «Se guardiamo la partita con il Sion, è vero che, al di là del loro gol, noi possiamo recriminar­e per aver gettato alle ortiche troppe opportunit­à. È altresì vero che a Lucerna eravamo stati presi a pallonate per 20’, poi con tre tiri avevamo vinto la partita. In questo momento fatichiamo ad andare in vantaggio e questo sembra essere un problema soprattutt­o quando giochiamo a Cornaredo, perché corriamo il rischio, sulla spinta del desiderio di soddisfare i tifosi, di giocare con un pizzico di tranquilli­tà in meno rispetto a quanto avviene in trasferta. Dobbiamo dimostrare di essere superiori anche a queste cose».

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Alexander Gerndt pronto a rifarsi dopo gli errori con il Sion

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