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Continua, la crescita

Archiviata la miglior stagione dalla promozione in Lna, il Volley Lugano per pensare al futuro attende... l’Europa

- di Sascha Cellina

Tempo di bilanci in casa Volley Lugano dopo che la stagione si è conclusa con il quinto posto, miglior risultato dalla promozione nella massima serie elvetica nel 2016.

«È una crescita costante, perché il primo anno di A eravamo arrivati noni, nella passata stagione sesti e quest’anno quinti – spiega il presidente Paolo Bernasconi –. L’obiettivo sportivo di migliorarc­i sempre è quindi stato raggiunto, ma ovviamente per stilare un bilancio societario non conta solo quello e in questo senso abbiamo continuato con la nostra politica di valorizzaz­ione delle giovani, alle quali affianchia­mo elementi di qualità ed esperienza che possano aiutarle a crescere. Stiamo inoltre mantenendo alti i numeri di tesserati (siamo vicini ai 390) e sempre a proposito di giovani, quest’anno abbiamo raggiunto un risultato che definirei storico qualifican­do ben tre squadre juniores (U15, U17 e U19) alle final four nazionali che si disputeran­no il 27 e 28 aprile a Neuchâtel. Significa che a livello giovanile siamo tra le quattro migliori società in Svizzera. E anche la compagine di Prima Lega (che è poi la terza categoria nazionale) si è ben comportata bene chiudendo al quarto posto nonostante una rosa molto giovane, composta da ragazze classe 2000 fino a 2003 che si sono confrontat­e anche con gente ben più esperta. Questo risultato evidenzia come la struttura Academy, che ha un certo costo utilizzand­o allenatori profession­isti e qualificat­i, funzioni. Tutto questo, unitamente a quanto appunto fatto dalla prima squadra, è motivo di orgoglio per un presidente».

Una base solida quindi, ma anche una punta che brilli... «Esatto, perché se da una parte è giusto (e necessario) puntare sul settore giovanile, allo stesso tempo bisogna mantenere e se possibile alzare il livello nelle categorie superiori, perché sono i risultati (e in particolar­e quelli della prima squadra) a dare visibilità e attrattivi­tà al club, tanto a livello di staff tecnico e giocatrici quanto di sponsor, pubblico e media. Di conseguenz­a, visto anche che i progetti legati al settore giovanile si sviluppano più a medio-lungo termine (quest’anno sono state due le giovani che abbiamo portato tra le grandi) e calcolando che pur essendo attrattiva Lugano non è proprio al centro della Svizzera e non è evidente portare qui giocatrici rossocroci­ate di un certo livello, dobbiamo affidarci anche alle straniere (in campo devono però esserci sempre almeno due giocatrici confederat­e, ndr). Quello che cerchiamo di fare è comunque puntare su ragazze piuttosto giovani che possano integrarsi e rimanere a lungo. Ad esempio abbiamo in rosa ormai da quattro anni una 22enne italiana, Nicole Pulcini, che però pallavolis­ticamente è svizzera, perché è con noi da quando ne aveva 18. In ogni caso attualment­e di ragazze straniere in rosa ne abbiamo sette, ma quelle “vere” – nel senso che sono pagate per fare la differenza – sono 1-2, su tutte la topscorer Ellen Grazielle Saldanha do Amaral».

Un conteggio quest’ultimo che potrebbe mutare in vista della prossima stagione, anche a dipendenza dell’eventuale partecipaz­ione delle sottocener­ine a una competizio­ne europea, la Challenge Cup... «Innanzitut­to dobbiamo attendere la conferma ufficiale da parte della Federazion­e, perché non siamo sicuri che il quinto posto valga l’Europa. Era così fino all’anno scorso, ma come accade in altri sport a determinar­e quanti posti sono disponibil­i per una determinat­a nazione nelle competizio­ni continenta­li è un coefficien­te calcolato sui risultati delle varie squadre. In questo senso quest’anno nessuna compagine elvetica ha partecipat­o alla Champions League, ma a compensare questa mancanza potrebbe essere l’impresa della Nazionale, qualificat­asi per la prima volta per gli Europei. Se sarà il caso, ne parleremo in società e anche con gli sponsor, faremo tutte le valutazion­i del caso e prenderemo una decisione, ma sicurament­e non faremo il passo più lungo della gamba. Perché partecipar­e a una coppa europea sarebbe un onore, ma avrebbe anche un costo. E un conto è se capita di dover andare a giocare in Austria con il bus, un altro se devo andare fino in Ucraina».

Da rivalutare c’è anche la posizione del tecnico Igor Galimberti, alla sue prima stagione da head coach... «Affrontere­mo anche questo tema nei prossimi giorni, innanzitut­to per capire quali sono le sue intenzioni e la sua disponibil­ità. Anche perché un’eventuale partecipaz­ione alla Challenge Cup implichere­bbe impegni supplement­ari e lui svolge anche un’altra attività. Tutte le possibilit­à restano aperte, ma in ogni caso nella prossima stagione ci piacerebbe crescere ancora, magari con l’innesto di un’altra straniera in grado di fare la differenza sia a livello di risultati, sia di insegnamen­to alle nostre giovani».

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Il 5° posto in campionato potrebbe valere alle ticinesi la partecipaz­ione (sempre da valutare) alla Challenge Cup

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