Vota Antonio!
Ho ricevuto una quantità talmente elevata di “santini” da aver contribuito alla deforestazione dell’Amazzonia. Ho ricevuto però anche tanti messaggi di posta elettronica, whatsapp e sms che a loro volta hanno giovato alla conservazione delle foreste. Ma fra tutte le diavolerie tecnologiche moderne della comunicazione constato con nostalgia e rammarico l’assenza del megafono di Totò e del furgoncino che, attraversando il paese, invitava i cittadini a votarlo, “Vota Antonio, vota Antonio La Trippa!” come nel vecchio film del 1963 di Sergio Corbucci.
Ora, terminate gioie e dolori delle elezioni, al teatrino della politica nostrana è iniziato lo spettacolo del mantenimento delle promesse che verificherò attentamente con un amico d’altro partito (non solo non uso la parola nemico, ma nemmeno quella di avversario, perché alla fine ci troviamo molto spesso d’accordo, soprattutto nella critica). Dopo attenta lettura di cotante buone intenzioni, vedremo così chi è stato coerente con i propri obiettivi e chi, invece, si è limitato a scaldare i banchi o a fare inutili interpellanze tanto per apparire in grassetto sul giornale del giorno dopo.
Fra le intenzioni ho notato però con una certa preoccupazione l’assenza di chi si riprometteva di sistemare certe strade, che in alcuni casi del territorio ticinese rasentano la situazione di Roma Capitale, regolarmente citata dal Tiggì di “Striscia la notizia” quale cattivo esempio. Eppure c’era stato un amico leghista che aveva enunciato tale proclama politico: “Se sarei eletto sindaco – mi confidò – tapperei i buchi delle strade”. “Fossi” – gli suggerii. “Sì, anche i fossi” – mi rispose convinto e grato per l’aggiunta.
Purtroppo, a mio parere, poco o nulla si è fatto al riguardo: nonostante qualche ritocco o rifacimento, le nostre strade continuano a essere cosparse di buche pericolose per ciclisti, ciclomotoristi, scooteristi e motociclisti. Mi chiedo spesso se, almeno in parte, certi incidenti occorsi alle due ruote siano dovuti solo alla disattenzione, alla velocità eccessiva, al fondo sdrucciolevole e all’alcool e non al pietoso stato di certe strade cantonali e comunali che ti fanno sbandare per un nonnulla. Chissà se la polizia ha mai indagato sullo stato di certe vie a seguito di incidenti gravi, spesso con conseguenze mortali, mah?! Nel mio ridente, fortunatamente ancora libero e indipendente villaggio rivierasco affacciato sulle sponde del Ceresio, grazie alle floride finanze, tale problema non esiste più; chi monta cicli e motocicli trova l’asfalto perfetto, ma con la posa di estetici dadi di porfido sporgenti, ruvidi e gibbosi ci si è rifatti sui pedoni. Infatti, soprattutto le signore che calzano scarpe con tacchi alti, i turisti che si trascinano i bagagli muniti di rotelle e le madri con carrozzine non dotate di speciali sospensioni a olio rischiano la rottura dei tacchi o il prematuro consumo delle suole, la frattura del piede o lo strappo per una strambata, la sostituzione dei cosiddetti “trolley” o rispettivamente il ricorso al tecnico specializzato di turno che non trovi mai. Niente di grave, per l’amor del cielo, “fasctidi grass”, in fondo si incrementa l’economia locale, dai medici e farmacisti ai calzolai, dalle valigerie ai meccanici. Comunque a Paradiso, come dicesi in perfetto politichese, “il problema è allo studio” e, in quanto a strade, stiamo comunque assai meglio che nel vicino “villaggio gallico” di “zaliana” memoria nel quale abbondano buche e fossi. Per una verifica di tale stato di cose, invito Sindaco e Municipali della “my Lugano Region” a salire sul mio scooter, purché mi consentano, con o senza permesso della Pola, sorpassi di colonne, ferme o in movimento, a destra e a sinistra e percorrenza sulle corsie dei bus, cosa ormai inevitabile in considerazione del famigerato Pvp (problema pure allo studio). Chissà se ora, a finanze risanate, anche la Grande Lugano vorrà tappare le proprie buche… e anche i fossi, per la sicurezza di tutti coloro che circolano su due ruote. Scperem.