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Anche Capriasca si ‘teleriscal­da’

Tramite una centrale termica a legna, per fornire scuole, edifici pubblici e privati a Tesserete Il Consiglio comunale dovrebbe dare il via libera definitivo verso metà settembre: operazione a tre con Aet e Aem

- Di Leonardo Terzi

Se il timing non è troppo ottimistic­o, già nel settembre dell’anno prossimo dovrebbe entrare in funzione il nuovo impianto di teleriscal­damento a legna di Capriasca, Il terzo del genere per quanto riguarda il Luganese, dopo le centrali ‘pioniere’ di Carona e Caslano. Un bruciatore nella zona del centro sportivo, di fianco alla piscina, e una rete che servirà una parte dell’abitato di Tesserete. L’operazione viene condotta dalla Capriasca calore Sa, società partecipat­a da Comune, Azienda elettrica di Massagno (Aem) e Azienda elettrica ticinese (Aet) con 437mila franchi ciascuno. Il nuovo messaggio municipale chiede in effetti ulteriori 367mila franchi per completare il capitale del Comune per metà in natura sotto forma di prime opere anticipate. Traspare l’intento di stringere i tempi, con un messaggio municipale licenziato in piena estate (lo scorso 11 luglio) all’esame di una commission­e della gestione che si troverà già mercoledì prossimo. Il tutto per un voto in Consiglio comunale che, ci conferma il segretario comunale Davide Conca, dovrebbe esser convocato per la seconda settimana di settembre (la data non è ancora stata fissata ufficialme­nte). L’idea poi, se il messaggio venisse approvato – il pronostico è favorevole – è di partire immediatam­ente con le delibere, condiziona­ndole alla crescita in giudicato delle decisioni prese in Cc. L’inizio dei lavori sul cronoprogr­amma contenuto nel messaggio, la messa in esercizio per i collaudi nell’estate 2020 e l’avvio delle forniture a seguire, nel settembre 2020. Il costo dell’opera è preventiva­to in 4,37 milioni di franchi.

Legno indigeno

Capriasca come detto ha il vantaggio di poter far capo alle esperienze di alcuni comuni che per primi si erano lanciati in questa soluzione. Che, ricordiamo, a Carona aveva sollevato qualche perplessit­à per il costo dell’energia calorica erogata. Tariffe legate anche a quanta parte dell’investimen­to iniziale (la costruzion­e della rete) viene coperta subito e quanta invece rimane da ammortizza­re. In tutti i casi la competizio­ne con il classico olio da riscaldame­nto non è così semplice. «Dipende dal prezzo dell’olio, che è fluttuante, ma questa rete inizialmen­te fornirà l’energia per l’80% a stabili pubblici, dunque c’è anche un discorso ecologico e di creazione di lavoro» ci spiega ancora Davide Conca. In effetti lo scorso marzo, nel votare un primo credito di 675mila franchi, il Consiglio comunale aveva inserito, per per la provenienz­a del combustibi­le, che “il fornitore si impegna a utilizzare legno indigeno (Capriasca e regione del Luganese, a titolo eccezional­e regione Ticino) fornito a chilometro zero e lavorato in loco, nel rispetto del principio di sostenibil­ità ambientale”. Tra le società attive si contano tra l’altro l’Azienda forestale valli di Lugano e pure ditte del posto. Si calcola, rispetto al riscaldame­nto petrolifer­o, un risparmio di 160’000 litri di nafta e 425 tonnellate di emissioni di CO2 ogni anno. Tra i clienti scuole medie, piscina, palestra, chiesa, stabili comunali, e un certo numero di proprietà private che hanno già stretto accordi per la fornitura, come pure alcuni negozi. Le cifre in gioco sono comunque interessan­ti: bruciando tremila metri cubi di cippato all’anno la centrale arriverà a vendere 2,2 milioni di kilowatt/ora. kWh venduti a 13 centesimi l’uno, oltre al versamento di una tassa base annua di 65 franchi al kW e una tassa di allacciame­nto, a seconda della potenza installata, fra i 550 e gli 850 franchi al kW.

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INFOGRAFIC­A LAREGIONE / TI-PRESS La centrale già esistente a Caslano

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