Un attrezzo a ‘doppia testa’ da lanciare almeno 36 volte
L’oggetto di lancio è la tipica ascia a doppia testa o bipenne (un tempo usata dai selvicoltori, ora sostituita dalla motosega): «Il peso minimo dell’attrezzo è di 1’134 grammi – ci spiega Sheila Cereghetti –; tuttavia la mia è di oltre 2,2 chili. Normalmente costa fra i duecento e i trecento franchi, ma è l’unico materiale particolare che ogni lanciatore deve procurarsi personalmente». La lunghezza del manico dev’essere come minimo di 61 centimetri e l’ampiezza della parte tagliente della lama 15,2. L’ascia va conficcata per la parte anteriore della lama, da una distanza di 6,1 metri in obliquo dal centro del bersaglio, piazzato a un metro e mezzo d’altezza: «Per questo è necessario dosare correttamente la forza, anche perché c’è il rischio abbastanza elevato di rompere il manico e doverlo sostituire». Il bersaglio è formato da una sezione di tronco con un diametro di 45 cm e diviso in cinque cerchi ampi 5 cm ciascuno. Ognuno di questi corrisponde a un punteggio, che va dall’1 del cerchio più esterno al 5 di quello centrale; e a fare stato per l’assegnazione dei punti è la lama dell’ascia. Al massimo si può raggiungere uno score di 180 punti. La tecnica di lancio è molto personale: «Io prima di lanciare oscillo le gambe, altri si limitano a inarcare la schiena. È anche possibile lanciare con una mano». In una sola competizione si arriva a scagliare l’ascia almeno trentasei volte. «Di regola ognuno effettua sei tiri su ciascuno dei sei bersagli di gara, ma se ne possono fare anche di più; poi in finale si parte da sei. I lanci si svolgono sempre a gruppi, così lo svolgimento è più rapido e gli occhi di tutti non sono puntati su un singolo lanciatore, ciò che potrebbe infastidire qualche concorrente». Normalmente qualificazioni e finale si svolgono sull’arco di due giorni. I Mondiali ne prevedono tre a causa dell’alto numero di partecipanti, mentre per i Campionati svizzeri si è svolto tutto in una giornata».