La paladina curda delle donne uccisa da filo-turchi
Paladina dei diritti delle donne, uccisa perché considerata un simbolo di dialogo, potenzialmente pericoloso. Hevrin Khalaf, 35 anni, segretaria generale del Partito del futuro siriano (Future Syria Party), è tra i nove civili trucidati a sangue freddo sabato in un agguato delle milizie filo-turche nel Nord-est della Siria.
L’attivista curda stava viaggiando su un veicolo insieme al suo autista nel tentativo di raggiungere la città di Qamishli quando è stata fermata sull’autostrada M4 dai miliziani arabo-siriani che combattono fianco a fianco con i soldati di Erdogan e tra i quali militano anche elementi jihadisti. Il commando li ha fatti scendere con la forza dall’auto e ha sparato loro a bruciapelo. Del massacro sono stati diffusi due video in rete filmati coi cellulari dagli stessi miliziani. Nel primo si vede l’attivista circondata da uomini che indossano quelle che sembrano essere divise militari. In un altro video, il corpo di una donna, presumibilmente di Hevrin, giace sul terreno con viso e capelli ricoperti di polvere. Un uomo le si avvicina e la tocca con i piedi prima di esclamare: “Questo è il cadavere dei maiali”.
Le accuse sono cadute sulle milizie filoturche, che negano. “Khalaf è stata trascinata fuori dalla sua auto durante un attacco sostenuto dalla Turchia e giustiziata da milizie mercenarie appoggiate da Ankara”, è la versione del braccio politico delle forze democratiche siriane a guida curda (Sdf). “Questa è una chiara prova che lo Stato turco sta continuando la sua politica criminale nei confronti di civili disarmati”. Laureata in ingegneria civile, una dei leader del popolo curdo, Khalaf si batteva per le donne e la coesistenza pacifica fra curdi, cristiano-siriaci e arabi. “Hevrin Khalaf – l’ha ricordata il presidente del Parlamento europeo David Sassoli – è il volto del dialogo e dell’emancipazione delle donne in Siria. La sua uccisione, è un orrore su cui la comunità internazionale dovrà fare luce”.