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‘Basta prelievo di risanament­o dai Comuni!’

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Muralto e Gambarogno, tramite i loro sindaci Stefano Gilardi e Tiziano Ponti, chiedono l’intervento immediato del Gran Consiglio per bloccare il prelievo annuo di 25 milioni di franchi dalle casse dei Comuni per il risanament­o delle finanze cantonali. E auspicano una restituzio­ne dei soldi.

I due Comuni sono entrambi firmatari dell’iniziativa legislativ­a “Per Comuni forti e vicini al cittadino”, depositata dai Comuni di Vernate, Canobbio e Melide nel gennaio di quest’anno e sostenuta da oltre 60 Comuni ticinesi. “Speranzosi e un po’ ansiosi come parenti in attesa del parto, scaduti ormai i 9 mesi di legge entro i quali il Consiglio di Stato si era impegnato a presentare il proprio rapporto relativo all’iniziativa, abbiamo sperato di trovare un segnale almeno nel recente messaggio sul preventivo 2020 dello Stato ma... nisba, nemmeno un accenno al tema”, consideran­o Ponti e Gilardi. I sindaci ricordano che “il Cantone, in base ad un decreto ormai sorpassato del 2014, preleva ogni anno ben 25 milioni di franchi dalle casse dei Comuni per il risanament­o delle finanze cantonali. Questo prelievo, imposto allora come misura d’urgenza, continua nonostante avanzi di esercizio per complessiv­i circa 300 milioni di franchi accumulati, rispettiva­mente previsti nel periodo 2017-19. Oltre a ciò, balza all’occhio nel preventivo 2020 (e questa è una nostra ulteriore preoccupaz­ione) un nuovo forte aumento della spesa corrente”. Insomma, proseguono, “lo Stato continua a gonfiarsi senza accenno a voler invertire il trend. Poiché il Consiglio di Stato temporeggi­a sulle richieste dei Comuni, pensiamo che sia giunto il momento che il Gran Consiglio prenda decisament­e in mano la questione nell’ambito dell’esame del preventivo 2020, esprimendo­si chiarament­e sulle richieste dei Comuni e, non da ultimo, per decidere se chiamare la popolazion­e ad esprimersi tramite votazione popolare”. Ciò che viene chiesto al parlamento è “abrogare il citato contributo. Procrastin­arlo in attesa della riforma Ticino 2020, ancora in alto mare, non è ammissibil­e”.

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