Svizzera, tutto in una sola notte
Battuta a Copenaghen nonostante una buona prestazione, domani a Ginevra la Nazionale ha un unico obiettivo: vincere
“Tutto in una notte” è un film comico del 1985 di John Landis con Michelle Pfeiffer e Jeff Goldblum, ma si addice alla perfezione anche a una notte, quella di domani, che potrebbe tramutarsi in tragedia per il calcio svizzero, chiamato alla sfida più importante (almeno allo stadio delle qualificazioni) dallo spareggio con la Turchia del 2005. A Ginevra contro l’Eire la squadra di Petkovic non ha più diritto all’errore e si giocherà tutte (o quasi) le chance di accedere alla fase finale di Euro 2020 in soli 90’. Una sconfitta, dati per scontati i tre punti della Danimarca in casa contro Gibilterra, taglierebbe fuori gli elvetici da ogni discorso promozione, mentre un pareggio costringerebbe a sperare che a Dublino gli irlandesi non superino i danesi nel loro ultimo confronto. Insomma, a Ginevra si può e si deve solo vincere. La sciagurata sconfitta in quel di Copenaghen (ai danesi gli evletici in due sfide hanno concesso quattro reti dopo l’84’...) ha ribadito che quella di Petkovic è la Nazionale più forte del gruppo, almeno sul piano del collettivo e dei principi di gioco. Ma ha pure confermato che i tre gol incassati negli ultimi 10’ della sfida d’andata hanno incrinato la struttura del giocattolo. Da lì in poi la Svizzera ha confermato una fragilità difensiva che si palesa però soltanto negli ultimi minuti. A Copenaghen i padroni di casa hanno avuto un’unica occasione con pallone indirizzato verso la porta di Sommer, e tanto è bastato per vincere. La Svizzera, al contrario, si è creata cinque clamorose possibilità e quattro volte Schmeikel ha detto di no con interventi strepitosi (deviando la palla sulla traversa su conclusioni di Xhaka e Rodriguez, distendendosi a smanacciare la girata di Mehmedi e andando a pigliare un pallone impossibile a fil di palo su deviazione aerea di un compagno di squadra). È vero, Schmeikel si è superato, ma la Svizzera ha denotato un impatto offensivo non ancora sufficiente: con cinque occasioni a disposizione, almeno un gol sarebbe dovuto cadere come una mela matura. La buona prestazione d’assieme non può nascondere quelle che sono comunque state importanti magagne. A iniziare dal gol di Poulsen che ha trovato la difesa elvetica completamente destabilizzata e senza un solo centrale a presidiare l’asse del campo (tant’è che in un disperato tentativo di recupero sul centrocampista danese vi erano Xhaka e Rodriguez, quest’ultimo reo di aver mancato la diagonale). Inoltre, a maggior ragione con una difesa a tre, è mancata la sufficiente spinta sulle fasce, con Lichtsteiner ormai inadatto a ricoprire quel ruolo e Rodriguez che ha osato qualcosa soltanto nella ripresa. Permane poi il mistero di Breel Embolo. Il giovane attaccante, che tanto bene si sta comportando in Germania, quando veste la maglia della Nazionale mostra limiti tecnici preoccupanti, in particolare sul primo e sempre decisivo controllo. Alla fine, anche a Copenaghen si è limitato a creare tanta confusione, senza per questo essere d’appoggio a un Seferovic, invero pure lui in versione camomilla.
Se la Danimarca è stata brava a togliere Xhaka dal fulcro del gioco, molto bene si è comportato Dennis Zakaria, autore di una lunga serie di recuperi in mezzo al campo. Bene pure Nico Elvedi che ha mostrato grande personalità, al di là del pastrocchio collettivo che ha portato a incassare il gol partita. Di fatto, a dimostrazione di quanto sia stata squilibrata la sfida a livello di occasioni, in pagella Sommer si sarebbe preso un bel “senza voto”, visto che di parate vere e proprie non ne ha praticamente fatta nemmeno una. E ciò nonostante, la Svizzera è uscita sconfitta dal Parken ed è costretta a leccarsi le ferite, trovandosi con le spalle al muro. A Ginevra occorre l’apporto di un catino ribollente (al momento sono stati venduti poco più di 20’000 biglietti) per aiutare i rossocrociati a conquistare qui tre punti che potrebbero permettere loro di non passare dalle forche caudine di uno spareggio a marzo. Spareggio che, al momento attuale, li vedrebbe opposti a Islanda, Bosnia o Galles (ma potrebbero capitare anche Olanda o Germania...).