Möbius, dalla memoria al digitale
Un tempo, la memoria la si immaginava come una tavoletta di cera, dove incidere i ricordi. Oggi è un tablet: non più metaforicamente, dal momento che nei nostri dispositivi digitali registriamo contatti, appuntamenti, fotografie, testi, filmati. La nostra memoria è digitale: con quali conseguenze – pratiche, sociali, antropologiche – lo indagherà la ventitreesima edizione del Premio Möbius Lugano, domani e sabato all’Università della Svizzera italiana. Venerdì mattina, dalle 11, il tema sarà approcciato dal MöbiusLab Giovani, novità di quest’anno che coinvolge tre classi del Liceo di Lugano 1 e Massimo Bray, direttore generale dell’Istituto dell’Enciclopedia Treccani. Il pomeriggio inizierà alle 14 con il Grand Prix Möbius editoria mutante, dedicato a esposizioni immersive per l’area linguistica italiana, seguito dal Premio Giovani sulla comunicazione virale. Alle 15.45 l’umanista informatico Gino Roncaglia ripercorrerà le novità tecnologiche del 2019, mentre alle 16.30 avremo il simposio ‘Il digitale e la memoria’ con lo psicotecnologo Derrick de Kerckhove, la semiologa Nicla Borioli, il già segretario di Stato per la formazione Mauro dell’Ambrogio, lo storico dei media Gabriele Balbi e Milena Folletti della Rsi.
Sabato i lavori riprenderanno alle 14 nell’ambito del Media Tech Day, un’iniziativa congiunta del Dipartimento delle finanze e dell’economia del Canton Ticino e della Rsi, con il Grand Prix Möbius Suisse dedicato all’innovazione svizzera per il digitale e la comunicazione.
Info: www.moebiuslugano.ch.