Federer scagionato dall’accusa di pubblicità occulta
Roger Federer e Xenia Tchoumitcheva non sono colpevoli di pubblicità occulta sui social, al contrario di Iouri Podladtchikov e Jolanda Neff: lo ha stabilito la Commissione svizzera per la lealtà, rispondendo a un reclamo presentato lo scorso giugno dall’associazione dei consumatori svizzerotedesca (Sks). Quest’ultima aveva citato l’asso del tennis e la modella assieme allo snowboarder Podladtchikov e alla star del mountain bike Neff, ritenendo che questi ‘vip’ elvetici – molto influenti su piattaforme come Instagram e Facebook – avessero presentato sui loro account prodotti o marchi d’abbigliamento senza indicare la natura pubblicitaria dei contenuti: Federer aveva mostrato in un video il logo del suo fornitore di abbigliamento, Tchoumitcheva aveva esibito gioielli firmati, Podladtchikov si era fatto fotografare all’ingresso di un negozio di vestiti e Neff aveva diffuso un contenuto riguardante una società di carte di credito. La Commissione svizzera per la lealtà non nega l’esistenza di una comunicazione commerciale per quanto riguarda Federer e Tchoumitcheva, ha precisato la Sks in una nota. Tuttavia, per il “destinatario medio” è chiaro che si tratta di pubblicità. Gli account sui social media della Tchoumitcheva sono di natura puramente commerciale: la modella vi presenta principalmente gioielli di marca e non è quindi necessario indicare in ogni singolo contributo che si tratta di pubblicità, rileva la Commissione. Nel caso di atleti come Federer, avviene di frequente che si mostrino i loghi di marchi conosciuti: per il pubblico è chiaro che si tratta di messaggi puramente commerciali. Lo scorso luglio la Commissione svizzera per la lealtà si era espressa diversamente nei confronti di Podladtchikov e Neff, tacciandoli di pubblicità occulta sui loro profili Instagram.
La direttrice della Sks Sara Stalder ha subito stigmatizzato le “decisioni confuse” di ieri della Commissione svizzera per la lealtà: le regole per gli “influencer” e i consumatori non solo sono poco chiare, ma anche contraddittorie, ha indicato nel comunicato. Valutazioni così diverse di casi analoghi non sono comprensibili: la Sks invita quindi l’organo a “stabilire regole comprensibili”.