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Ti serve sul menù?

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“È finita! Mi ha scavato fuori dal fango con le mani, non avevo scampo. Ora mi trovo in un canestro, con altre cento sorelle. Siamo il bottino di una notte, per pochi centesimi l’una. L’affare non è dunque il ragazzo a farlo, sarà il commercian­te locale che gli comprerà le mie cosce. Un grosso affare, in verità. In Europa è vietato allevarci. Siamo protette. Ma le nostre cosce finiscono lo stesso in grandi quantità sui menù europei. Quindi milioni di noi arrivano dai Paesi dell’Est, dalla Turchia e dall’Asia. Qualche volta veniamo spedite vive e macellate sul posto. Con noi si possono fare bei soldoni e guadagnare è una qualità umana! E pensare, invece, che la gente ignora – purtroppo – il nostro vero valore. Nelle risaie, dove viviamo, divoriamo enormi quantità di insetti, lumache, topi e granchi che danneggian­o le coltivazio­ni asiatiche. Se manchiamo noi, gli agricoltor­i devono ricorrere ai costosi prodotti chimici. Pensate un po’ che paradosso: ci vendono, ma poi spendono il triplo per importare pesticidi. Soldi che avrebbero potuto risparmiar­e se non accettasse­ro la mattanza delle rane. In Cina hanno fatto un test: hanno scoperto che in un ettaro di risaia possono vivere fino a 12mila rane che divorano quotidiana­mente 740mila insetti. Le mie compagne svizzere sono protette e non possono essere mangiate. Noi invece veniamo importate dalla Turchia o dal Vietnam. Arriviamo in Svizzera per lo più congelate o in scatola, in minima parte – come dicevo – persino vive. Proveniamo tutte dalla vita in libertà, perché allevarci non riesce. Ora il ragazzo ha aperto il canestro. Mi rendo conto in questo momento che non verrò spedita viva in Europa. Davanti al ragazzo c’è un coltello con il quale tra un po’ ci staccherà le gambe. Ora tocca a me. Addio”. Ad oggi non esiste il divieto di importazio­ne di cosce di rane. Si possono trovare nei negozi di specialità o in alcuni ristoranti. Ricordiamo che dove scarseggia la rana quale regolatric­e naturale degli insetti, entra in funzione la chimica. Vengono impiegati anche pericolosi veleni. Veleni che poi – per via indiretta – finiscono sui nostri piatti con i prodotti acquistati. Da anni ci battiamo per il divieto di importazio­ne di questo prodotto. Non solo: da anni proviamo a far inserire la rana tigrina – quella più utilizzata per il commercio di cosce di rana – all’interno dell’Appendice della Convenzion­e di Washington sul commercio internazio­nale di specie minacciate d’estinzione. La battaglia continua. Intanto, chiedetevi – casomai vi dovesse capitare di trovare questo prodotto sul menù – se mangiarle sia realmente necessario.

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© Heinz Staffelbac­h In Svizzera la caccia alle rane è proibita

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