laRegione

Prova di forza a Barcellona

Oltre mezzo milione di persone hanno protestato contro la condanna dei leader indipenden­tisti

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L’ex presidente catalano Carles Puigdemont si è consegnato alla polizia belga ed è stato rilasciato. Nuove violenze in serata.

Barcellona – Oltre mezzo milione di persone scese in piazza, strade bloccate, voli cancellati, il centro di Barcellona completame­nte paralizzat­o e ancora disordini, cariche della polizia e arresti: le proteste contro la condanna al carcere per i nove leader separatist­i catalani sono arrivate al quinto giorno di fila, con quella che finora è stata la manifestaz­ione più imponente, convocata insieme allo sciopero generale indetto da alcune sigle sindacali indipenden­tiste. Intanto, in Belgio, dopo essersi presentato volontaria­mente alle autorità, Carles Puigdemont è stato rilasciato. “Sono stato rilasciato senza cauzione, resto a disposizio­ne della giustizia belga. Non lascerò il Paese”, ha detto ai media l’ex presidente della Catalogna. Lunedì un giudice spagnolo aveva emesso un nuovo mandato di arresto internazio­nale per Puigdemont con l’accusa di sedizione e appropriaz­ione indebita per la fallita secessione catalana dell’ottobre 2017. A conferma dell’elevatissi­mo livello della tensione, è anche stato confermato il rinvio del “clasico” Barcellona-Real Madrid. Ieri, Barcellona è stata letteralme­nte occupata dalla protesta. Centinaia di migliaia di persone (525mila, secondo la Polizia municipale), indipenden­tisti ma anche unionisti delusi dalla sentenza, sono confluiti da tutta la regione nella capitale catalana.

Dopo tre giorni di marcia, sono giunti nel pomeriggio nel centro cittadino i cinque cortei che erano partiti mercoledì scorso da Girona, Berga, Vic, Tarrega e Tarragona. Una prova di forza che ha fatto esultare il presidente della Generalita­t catalana Quim Torra: “La marcia per la libertà ha riempito il Paese! Vinceremo e andremo avanti”. Bloccate le principali vie d’accesso alla città: una ventina le strade chiuse, tra le quali la principale arteria transfront­aliera che collega la regione autonoma con la Francia.

In generale, la manifestaz­ione si è svolta pacificame­nte, ma già dal pomeriggio alcuni gruppi organizzat­i si sono dati alla violenza e ai vandalismi. La polizia ha parlato di scontri duri: almeno 44 i feriti, alcuni dei quali hanno dovuto essere ricoverati. Gli agenti in tenuta antisommos­sa hanno fatto uso di gas lacrimogen­i e proiettili di gomma. La piattaform­a

Tsunami democratic che attraverso Telegram coordinava le azioni dei gruppi più radicali è stata chiusa. Proprio i deragliame­nti violenti della protesta dividono l’opinione pubblica. ‘La Vanguardia’, il quotidiano di Barcellona, è stato durissimo: “A preoccupar­e di più – ha scritto il direttore Marius Carol – non è chi appicca il fuoco, ma chi è disposto a giustifica­rlo”.

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KEYSTONE E non sono tutti

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