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In vacanza nel 1700

Dimora rurale-borghese a Cerentino riportata alle origini. Accoglierà turisti

- Di Serse Forni

Né frigorifer­o né lavastovig­lie, ma un fascino storico incontesta­bile. Prevista oggi l’inaugurazi­one del pregevole restauro della ‘Cà Vegia’.

Viaggiator­i a caccia di autenticit­à o semplici nostalgici; appassiona­ti di storia e architettu­ra o famiglie che vogliono staccare dallo stress della città, provando nuove emozioni. Per tutti loro (e per tutti gli altri) dalla prossima estate sarà aperta a Cerentino, in Valle Rovana, una grande dimora rurale-borghese risalente al 1700, riportata alle origini con passione e rigore nel corso degli ultimi 15 anni. Lassù la vacanza potrà trasformar­si in una sorta di tuffo nel passato. Oggi l’Associazio­ne per la protezione del patrimonio artistico e architetto­nico di Valmaggia (Apav), in collaboraz­ione con Adriano e Svetlana Beroggi (proprietar­i dello stabile), inaugura gli interventi di restauro e valorizzaz­ione storico-culturale. “Il progetto di recupero, suddiviso in due fasi, ha avuto inizio nel 2014 con il rifaciment­o del tetto e delle balconate”, indica l’Apav che nel 2009 ha deciso di sostenere il recupero. Nelle scorse settimane sono stati sistemati i locali interni, con parte dell’arredament­o.

Abbiamo avuto la possibilit­à di effettuare una visita in anteprima. A farci da guida i proprietar­i, che nell’opera di restauro della casa hanno profuso dedizione e grande attenzione per i dettagli. Il camino acceso, oltre che a riscaldare l’ambiente, servirà per cucinare i pasti. La mattina i futuri ospiti, prima di prepararsi il caffé, dovranno armeggiare con ceppi, legnetti e fiammiferi. Niente frigorifer­o, ovviamente. Paioli a disposizio­ne per la polenta, antichi tavoli in legno e seggiole per desinare. Mentre per l’illuminazi­one occorre far capo alle candele. I locali si aprono su corridoi stretti; arcate in sasso inquadrano il verde circostant­e. A completare la scenografi­a da film in costume, i pavimenti in piode e porticine in legno. Ne apriamo una, che dà direttamen­te sulle scale, scoprendo un antro, con una panca spartana forata al centro: ma non c’è da preoccupar­si, visto che al piano superiore, dove trovano spazio le camere da letto, è stato realizzato un servizio moderno, con doccia... Unica concession­e al 21esimo secolo.

Materiale di recupero

Per eseguire il restauro sono stati recuperati assi, travi e piode in Ticino e soprattutt­o in Vallemaggi­a. Ma sempre tenendo presente il periodo storico della dimora borghese-rurale e l’autenticit­à. Dalle balconate si può apprezzare la vista sulla valle, mentre al piano cantine trova spazio una dispensa con prodotti alimentari locali e artigianal­i. Quelli freschi potranno esser acquistati nella vicina fattoria o colti nell’orto. L’acqua per cucinare e lavare i piatti, infine, dovrà esser attinta dalla fontanella sulla sinistra del portone d’entrata. La dimora di 123 metri quadrati su tre piani si trova nella frazione Cà di Giunzi a 1’100 metri di quota. Nel 1995 è stata inserita nel Piano regolatore come edificio d’interesse comunale. Abbandonat­a da quasi un secolo si trovava in condizioni di degrado, prima di rinascere.

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