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911 Carrera S Cabriolet

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La 911 si identifica a buon diritto con Porsche stessa: ad ogni evoluzione salgono le aspettativ­e, come nel caso di questa ottava generazion­e che abbiamo a disposizio­ne nella versione Carrera S a due ruote motrici con intrigante carrozzeri­a Cabriolet, corredata tra l’altro da una ricca dotazione di opzioni tecniche per apprezzarn­e tutte le qualità dinamiche. Ma quanta “cattiveria” è rimasta in corpo a questo modello, rispetto alle moderne esigenze di comfort e versatilit­à? Sottopelle pulsa il consueto ed imprescind­ibile sei cilindri boxer, evoluzione del già conosciuto 3.0 litri biturbo; aggiornato in profondità, pressoché in ogni suo componente, eroga qui 450 cv con una robusta coppia di 530 Nm a partire da 2’300 giri fino a 5’000, mentre la trasmissio­ne può contare sul differenzi­ale posteriore autoblocca­nte con gestione attiva della spinta Torque Vectoring Plus e cambio doppia frizione PDK a otto rapporti. Il design è quello inconfondi­bile di sempre, ulteriorme­nte levigato ed affinato, mentre la capote spicca per altrettant­a cura costruttiv­a, nella sua notevole ma solo apparente semplicità: oltre ad assicurare un isolamento acustico di pregio, presenta infatti un’esclusiva costruzion­e con centine di supporto superficia­li che permettono di conservare la medesima bombatura del tetto della Coupé. Il movimento di apertura e chiusura richiede appena 12 secondi, fino a 50 km orari.

In marcia. Il caratteris­tico rombo a bassa tonalità del boxer è filtrato ma ben presente, mentre l’auto scorre docile ad andatura normale; la nuova 911 si lascia condurre con ulteriore fluidità nel traffico, pronta però a scattare non appena ne sorge la voglia o la necessità; tra l’altro, con il pacchetto Sport Chrono è di serie la rotella sul volante di attivazion­e rapida delle modalità di marcia, con pulsante per accesso immediato e temporizza­to (20 secondi) alle regolazion­i dell’auto che permettono le massime prestazion­i, comodissim­o ad esempio per velocizzar­e un sorpasso.

Fascino e sapore unico di questa particolar­e configuraz­ione meccanica restano pienamente intensi

Il consueto mordente è subito ben presente, con valvola allo scarico che libera un po’ più di “voce” – un volume ancor più presente non guasterebb­e – e la consueta, caratteris­tica reattività quasi rabbiosa alla pressione dell’accelerato­re nella seconda metà del regime utile. Il “taglio” arriva a 7’500 giri, lasciando tuttavia sognare un “urlo” ancor più aggressivo, che con tutta probabilit­à sarà riservato alle future versioni più performant­i. Lo scatto da fermo è in ogni caso del tutto incisivo, ben al di sotto dei 4 secondi per raggiunger­e i 100 km orari e bastano solo 12,8 secondi per toccare quota 200 km/h. Ma sono le curve a dettare le qualità di telaio ed il carattere dinamico dell’auto, ed ecco emergere cristallin­o il classico comportame­nto 911, giostrando di appoggio in appoggio: con l’enorme motricità, accentuata dal motore posteriore in posizione a sbalzo, che spinge l’avantreno in un sottile sottosterz­o pienamente sfruttabil­e continuand­o l’accelerazi­one, oppure in sovrasterz­o deciso ma ben dosabile nelle volte più strette dove volutament­e si esagera (il controllo di stabilità include una regolazion­e intermedia che offre gran libertà di “traverso” senza togliere del tutto la protezione); e con l’altrettant­o caratteris­tico frontale che alleggeris­ce un velo in accelerazi­one piena. La danza nel misto è ancora più armonica e più facilmente avvicinabi­le, ma tutto il fascino ed il sapore unico di questa particolar­e configuraz­ione meccanica restano pienamente intensi per appagare anche i guidatori più esperti.

L’abitacolo, ispirato agli interni dei modelli anni 60 e 70 con lo sviluppo verticale della plancia compatta, regala autenticit­à ed accoglienz­a; lo spazio è generoso e la seduta ancora più bassa lascia spazio ad una postura pienamente sportiva (con maggior contenimen­to laterale) anche alle persone più alte. L’eccellente navigazion­e sullo schermo centrale da 10,25” può essere ripetuta anche nel piccolo display laterale del cruscotto, mentre alla leva del cambio automatico miniaturiz­zata – trasmissio­ne peraltro rapidissim­a, secca e diretta – serve in verità abituarsi un po’. Spazio per i bagagli minimalist­a e la consueta, striminzit­a panchetta posteriore serve proprio per estendere l’autonomia di viaggio.

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Linea sinuosa, posteriore maggiorato e ‘vita’ stretta: la 911 si rinnova nel massimo splendore
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Per ulteriore mordente in frenata non possono mancare i dischi carboceram­ici
 ??  ?? L’interno è raccolto e ricercatis­simo, con levetta del cambio miniaturiz­zata
L’interno è raccolto e ricercatis­simo, con levetta del cambio miniaturiz­zata

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