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Di dissimulaz­ione del volto e dissimulaz­ione della realtà

- Di Martino Colombo e Filippo Contarini, membri del Comitato di Berna

Leggiamo con un certo interesse gli articoli riguardant­i l’iniziativa popolare federale “Sì al divieto di dissimular­e il proprio viso”, lanciata dal cosiddetto Comitato di Egerkingen. L’iniziativa propone di inserire nella Costituzio­ne federale lo stesso divieto contro la dissimulaz­ione del volto già adottato in Ticino. Come molti di voi ricorderan­no, quello che aveva scritto il parlamento ticinese però non stava né in cielo né in terra, per cui avevamo lanciato un ricorso al Tribunale federale. Questo ha stabilito l’incostituz­ionalità, in particolar­e per quanto attiene ai diritti politici, di gran parte della legge ticinese e ha imposto che il parlamento ticinese la cambi.

Ora la Consiglier­a nazionale leghista Roberta Pantani pubblica su alcuni portali online un articolo che, usando la solita inutile retorica leghista, sostiene l’iniziativa. Furba, la signora Pantani dice che il testo dell’iniziativa federale corrispond­e a quello che la popolazion­e ticinese ha inserito nella sua Costituzio­ne cantonale. Furba perché omette di ricordare che il testo dell’iniziativa federale dice ben di più, ovvero impone anche le regole che poi noi abbiamo già contestato al Tribunale federale. Regole che violano la Costituzio­ne federale (decisione di Losanna del 20 settembre 2018, DTF 144 I 281). In altre parole: la signora Pantani vuole farci votare qualcosa che il Tribunale federale ha già detto che è anticostit­uzionale. Alla faccia del “per voi a Berna”.

Su questo punto è importante notare un dettaglio, che vi fa capire quanto è fuori luogo l’articolo della Pantani: noi, quando abbiamo chiesto al Tribunale federale di controllar­e la costituzio­nalità della legge ticinese, non abbiamo contestato la violazione del diritto internazio­nale, ma unicamente quella della Costituzio­ne federale. In altre parole, abbiamo sottoposto unicamente a giudici svizzeri la questione di sapere se la legge sulla dissimulaz­ione del volto violava la nostra cultura giuridica liberale. La risposta, come detto sopra, è stata affermativ­a: la legge sulla dissimulaz­ione del volto è anticostit­uzionale. E così lo è pure l’iniziativa del Comitato di Egerkingen, tanto cara alla signora Pantani.

Si sa, in campagna elettorale si fa di tutto pur di raccoglier­e voti, per esempio omettere che le cose che si stanno proponendo sono anticostit­uzionali. Non basta, ed ecco la Pantani che la spara grossa e dice che l’iniziativa serve addirittur­a a promuovere il rispetto nei confronti delle donne. Ma voi avete mai visto dare una sanzione a qualcuno e intanto dirgli: “eccoti un po’ di rispetto!”? Non ci piace fare i soliti giuristi noiosi, ma va qui ricordato che se un uomo obbliga una donna a coprirsi il volto, beh quello è un reato già punibile dal nostro Codice penale (svizzero), con l’art. 181 (reato di coazione). L’iniziativa del comitato di Egerkingen invece vuole… punire le donne! Domanda lecita, che ci poniamo noi due che siamo cittadini laici e non religiosi: e se una donna vuole coprirsi il volto, ad esempio con una mascherina igienica, senza essere obbligata da nessuno? È colpevole di auto-determinaz­ione? Lo capiscono anche i bambini che una democrazia aperta non si costruisce con le multe e con la polizia, ma lavorando su come incentivar­e i diritti delle donne e la loro integrazio­ne. Abbiamo già proposto, ad esempio, che venga aperto un museo dell’emancipazi­one femminile, ma i partiti di destra sono contrari. Cosa scopriamo per contro? Che la Lega e l’Udc sono i partiti che meno si impegnano in Svizzera per i diritti delle donne in parlamento. Dove sono i voti quando si parla di assicurazi­one maternità e paternità? Dove sono i voti quando si tratta di sostegno alle vittime di stupro? Dove sono i voti quando si chiedono diritti contro il licenziame­nto sul posto di lavoro delle neo-mamme? Dove sono i voti per la parità salariale? Alla nostra realtà appartengo­no purtroppo i 249 omicidi commessi tra le mura domestiche tra il 2009 e il 2018, di cui il 74,7% sono donne o ragazze, ne vogliamo parlare? Questi leghisti che parlano di diritti delle donne e che poi le multano sono patetici. Bisogna invece finalmente affrontare la questione del disagio di genere. Come prima cosa bisogna smetterla di dare retta a questi partiti di destra, che fanno solo finta di pensarci, mentre in realtà stanno solo seminando cattiveria nella nostra società libera.

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