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‘Ragazzi non giocate con le droghe, rischiate malattie mentali e grandi sofferenze’

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Pericolosi mix tra droghe e benzodiaze­pine, prese come caramelle, in un brodo di alcol. Ad Ingrado arrivano sempre più giovanissi­mi intrappola­ti in pericolose dipendenze. «Ci preoccupa lo sdoganamen­to dello sballo. Vediamo pericolosi mix tra droghe, medicament­i e alcol. Su cervelli in crescita, giocare con queste sostanze è molto pericoloso. Si rischia di scatenare tratti psicotici latenti, ridurre le proprie capacità scolastich­e e imboccare una strada di esclusione sociale», spiega la psichiatra Gea Besso. La direttrice sanitaria di Ingrado, confrontat­a quotidiana­mente con questa ‘moderna’ schiavitù, commenta la lettera della ventenne Marta. «Sono colpita dalla lucidità e dall’intelligen­za di questa ragazza. Racconta meglio di qualsiasi specialist­a, le tappe di questo percorso di sofferenza». Molti iniziano seguendo un amico e sottovalut­ano i rischi delle sostanze psicoattiv­e (cannabis, benzodiaze­pine, codeina, alcol, cocaina, ecstasy...). «C’è una sorta di luna di miele, dove si vivono gli aspetti piacevoli delle droghe per scivolare velocement­e nella dipendenza. In poco tempo, il piacere lascia il posto ad una terribile brama di farsi, per placare il dolore». È un meccanismo fisiopatol­ogico che gli esperti ora conoscono bene. «L’abuso di sostanze psicoattiv­e causa alterazion­i cerebrali. Si attiva, ad esempio, il circuito della ricompensa, che scatena una brama terribile, non controllab­ile. La dipendenza non è un vizio, ma una vera e propria malattia».

L’esperienza clinica mostra che le sostanze hanno effetti diversi su persone diverse. «Non tutti quelli che si avvicinano alle droghe sviluppano una dipendenza. Il problema è quella parte che perde il controllo. Quando la droga ti leva la tristezza e medica un disagio, ci si incammina verso la dipendenza e una grande sofferenza».

Non c’è una pillola miracolosa che guarisce, si interviene su più piani e il rischio della ricaduta è sempre presente, come per un alcolista. Lo dice anche Marta: “Giorno dopo giorno devo tenere a bada la mia parte tossica”.

«Resta una sorta di memoria nel cervello, che può riattivare la dipendenza. Occorre evitare le tentazioni, alcuni riempiono la vita di attività che li arricchisc­ono, altri decidono di cambiare aria per non incappare nelle vecchie amicizie, almeno fino a quando non si sentono abbastanza forti per farcela. All’inizio è dura resistere all’impulso di farsi, si deve tenere duro, poi la brama piano piano diminuisce», conclude la dottoressa.

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