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‘È ora di mostrare il cuore’

Per Julian Walker questo è un nuovo inizio: ‘Sta a noi cercare di recepire al meglio il messaggio del nuovo allenatore’

- Di Moreno Invernizzi

Lugano – Allenatori che arrivano, allenatori che vanno. Chi perché non si è più visto rinnovare il contratto giunto a naturale scadenza (come Ireland la passata stagione), o chi, perché costretto a fare le valigie anzitempo. Sorte che alla Cornèr Arena in questi ultimi anni è toccata a diversi tecnici, ultimo della serie Sami Kapanen. Nella sua carriera, di situazioni così, da veterano qual è, Julian Walker ne ha già vissute diverse. Era inevitabil­e che finisse così? «È sempre difficile da dire: la controprov­a non ci sarà mai – spiega il numero 91 –. Sami non era una cattiva persona, e nemmeno la sua competenza si discute. Alla fine conta però quanto una squadra riesce a fare con questo o quell’allenatore, e purtroppo con lui alla guida, i risultati sono stati insufficie­nti. Col cambio di allenatore è un po’ come se ripartissi­mo da zero: sta a noi ora impegnarci per recepire al meglio il messaggio che cercherà di inculcarci il nuovo condottier­o». Tu che di avvicendam­enti a stagione in corso ne hai già visti diversi, come si vivono all’interno dello spogliatoi­o? «Ovviamente quando si rende necessario un provvedime­nto simile, vuol dire che la squadra sta attraversa­ndo una crisi di risultati, dunque il morale non è dei migliori. Sono giorni strani, in cui tutto è un’incognita. Per familiariz­zare con i cambiament­i occorre tempo. D’altro canto è così che va l’hockey: ora dobbiamo prendere quanto di buono c’è stato prima e sfruttarlo per iniziare al meglio il nuovo capitolo». A mettere la parola ‘fine’ sull’ultimo, di capitolo, ci ha pensato il derby malamente perso martedì: come era l’umore della squadra nel viaggio di ritorno verso Lugano? «Derby o non derby, quando perdi così c’è logicament­e ben poca voglia di fare festa: sul bus c’era un’aria dimessa. Quasi tutti erano immersi nei loro pensieri: è stato un rientro assai silenzioso».

Poi, l’indomani (mercoledì), il gruppo è stato informato dai diriCornèr genti del cambio alla guida tecnica. Ve l’aspettavat­e? Ne avete parlato fra voi giocatori? «I dirigenti ci hanno messi a conoscenza mercoledì della decisione. Poi, una volta informati, ci siamo subito messi al lavoro: ci siamo scambiati qualche parola, ma niente di particolar­e, anche perché di tempo non ce n’era molto». E come sono andati i primi allenament­i sotto la direzione di Domenichel­li? «Abbiamo cambiato un paio di cose, il sistema è mutato un po’, ma niente rivoluzion­i». Sei fiducioso che adesso si possa iniziare in tutto e per tutto un nuovo capitolo? «Fiducioso? Lo sono, per forza. È ora che facciamo vedere il cuore che abbiamo. Ciò non vuol dire che prima mancassero gli impulsi o gli stimoli, ma questa è senz’altro l’occasione per voltare pagina e iniziare un capitolo tutto nuovo, con un nuovo spirito». Vi siete fissati un obiettivo da qui a Natale? «Vogliamo tornare a essere una squadra grintosa, cosa che sinora non abbiamo fatto con continuità. Dobbiamo tornare a costituire un osso duro per tutte le avversarie. Ora più che mai la nostra attenzione deve essere focalizzat­a tutta sul presente, un tempo alla volta, un cambio dopo l’altro. Adesso mettiamo in pista il meglio che possiamo e poi vediamo questo dove ci porterà». Prima della pausa, bene o male, il Lugano aveva comunque mostrato cose incoraggia­nti. Poi, però, nel derby la squadra ha fatto un passo a ritroso: come te lo spieghi? «Non saprei con esattezza cosa ci sia mancato, ma di certo non siamo stati in grado di trovare le giuste misure per contenere i giocatori dell’Ambrì, che hanno comunque disputato un’ottima partita. Ecco, forse ci è mancata la convinzion­e di poterla ancora raddrizzar­e quella partita: quando le cose si sono messe male, anziché reagire, l’abbiamo lasciata andare».

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TI-PRESS/CRINARI ‘Qualche cambiament­o sì, ma nessuna rivoluzion­e’

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