Un corriere per due trafficanti
Quattro anni e mezzo al 58enne dominicano che, in dieci viaggi, ha importato oltre 5 chili di coca L’uomo, che agiva per conto di due ‘grossisti’ (uno di loro era il figlio dell’allora compagna), importava lo stupefacente dall’Olanda
Che sia per lucro o per affetto, quei 5 chili e mezzo circa di cocaina in Svizzera ci sono arrivati. Un quantitativo importante che ha inondato (tranne per l’ultimo viaggio, quello che ha portato all’arresto lo scorso gennaio) le piazze di spaccio ticinese. Una decina di viaggi in meno di due anni, dall’Olanda al Ticino, passando per la Germania, l’Austria, l’Italia e, infine, il valico di Vacallo Pizzamiglio. Alla guida dell’auto (con lo stupefacente nascosto nella ruota di scorta) sempre lui, un 58enne dominicano che, come detto, un po’ per sbarcare il lunario e un po’ per fare un favore al figlio dell’allora compagna, si è trovato a intraprendere – per dirla con le parole della giudice Manuela Frequin Taminelli – «un vero e proprio lavoro». Dieci viaggi, oltre cinque chili di coca (oltre a un chilo di sostanza cosiddetta da ‘taglio’) gli costano ora 4 anni e mezzo di carcere e l’espulsione dalla Svizzera per 8 anni (oltre a 120 aliquote di 30 franchi l’una sospese per un periodo di prova di 2 anni). A questo è giunta la Corte delle assise criminali di Mendrisio, la quale si è allineata alla proposta di pena formulata dalla procuratrice pubblica Pamela Pedretti (salvo per la durata dell’espulsione, 10 anni). Infrazione aggravata alla Legge federale sugli stupefacenti e riciclaggio i reati per i quali si è presentato ieri in aula l’imputato. Lui che – ha ricostruito la legale della difesa Gaia Zgraggen, la quale si è battuta per una pena inferiore ai 4 anni e l’espulsione per un massimo di 5 – ha agito per sbarcare il lunario e «per affetto». L’imputato, il corriere, lavorava in sostanza per due trafficanti in azione nel Sottoceneri (vedi a lato). Con uno dei due, poi, il legame andava ben oltre il semplice rapporto lavorativo: era infatti, come detto, il figlio della ex compagna, per il quale «si sentiva in dovere di aiutarlo». Per quel che riguarda la cronaca giudiziaria, ben poco si è dovuto chiarire durante il dibattimento: per la «piena collaborazione» dimostrata dal 58enne – ha motivato la giudice – e per «il solido impianto probatorio agli atti». Riconosciuto ruolo (quello del corriere) e viaggi effettuati, rispetto all’atto d’accusa è diminuito l’ammontare del denaro riciclato. Pulizia dei soldi provento della droga che avveniva con puntuali invii nella Repubblica Dominicana (quasi 21’500 franchi) ma che, in virtù del principio in dubio pro reo, si sono ridotti nel numero (e nell’ammontare). Resta, a carico del condannato, una «colpa grave»: non era infatti un «‘mulo’ di basso profilo – ha sentenziato Frequin Taminelli – bensì un corriere qualificato, ben inserito all’interno dell’organizzazione». Questo considerata «la piena fiducia» che i due trafficanti «riponevano in lui».