Ci ha raccontato l’uomo sulla Luna
Si è spento a novant’anni. Cinquant’anni fa aveva raccontato il primo passo sulla Luna
Eugenio Bigatto se n’è andato a novant’anni, dopo averci detto tutto sull’epopea lunare. A ricordarlo è Loris Fedele, a lui vicino in molte delle commemorazioni di quel luglio 1969.
Dopo l’epopea lunare, era stato direttore dell’Azienda elettrica di Massagno. Il ricordo di Loris Fedele: ‘Il dopo, dal punto di vista tecnico, lo ha sempre affascinato’.
“Fu una notte attesa con trepidazione, con l’ansia di vedere l’esito di questa impresa, perché, nonostante tutte le prove e i voli precedenti della serie Apollo, quello era il primo veicolo con a bordo esseri umani che si posava su di un corpo celeste”. Questi i ricordi del luglio 1969 di Eugenio Bigatto nell’intervista rilasciata ad Andrea Manna su ‘Meridiana’, organo ufficiale della Società astronomica ticinese e dell’Associazione specola solare ticinese. Era il 1989 e l’occasione era uno dei decennali ricordi del primo passo di un essere umano su di un suolo che non fosse quello terrestre. Bigatto, spentosi ieri all’età di novant’anni, cinquant’anni e mezzo fa raccontò l’impresa dell’Apollo 11 in diretta tv a tutti i ticinesi, commentando quel “gigantesco passo per l’umanità” al fianco di Marco Blaser. Elettrotecnico di formazione, Bigatto è stato per anni direttore dell’Azienda elettrica di Massagno, ma è la figura di narratore delle imprese spaziali pre e postallunaggio che lo ha consegnato alla memoria collettiva.
«Ci incontravamo ogni tanto a Massagno, per cose diverse dallo spazio, anche se i ricordi comuni su quell’argomento prendevano il sopravvento», racconta alla ‘Regione’ Loris Fedele, già giornalista scientifico per la Rsi. «Bigatto, che visse tutto il programma Apollo, si occupava di spazio per la televisione e quando io rientrai in patria nel 1973 feci la stessa cosa per la radio. Abbiamo spesso collaborato insieme. Ricordo, per esempio, quando invitammo qui da noi Walter Schirra», astronauta con antenati originari della Valle Onsernone che «aveva partecipato ai programmi Mercury, Gemini e Apollo. Dietro le quinte, a lavorare a quella trasmissione, c’ero anche io».
‘Comprensibile, dunque amato’
Fedele ripercorre i precedenti e successivi – all’epopea lunare – incontri con Bigatto, Blaser, cita i fratelli Judica Cordiglia, i due piemontesi che raccontavano le imprese lunari da Radio Monteceneri, tutti nomi che tornano ad intervalli regolari ad ogni rievocazione dell’epopea stessa. «Ma anche nelle occasioni non prettamente scientifiche, come dicevo, Bigatto non ha mai smesso di chiedermi aggiornamenti sui progressi della tecnica, pur in quella sua nuova veste nel campo dell’elettricità. Ricordo il suo interesse per il programma Shuttle. Il dopo, dal punto di vista tecnico, lo ha sempre affascinato».
Di quei due-tre incontri l’anno, Fedele riporta la piacevolezza della persona «squisita, di rara gentilezza, con la quale era facile entrare in contatto». Ancor più se a entrare in contatto erano un ingegnere e un fisico, entrambi con studi tecnici alle spalle e un interesse in comune per l’astronautica, denominatore comune che negli anni 80 e 90 li vide fianco a fianco: «Successe a Chiasso, per i trent’anni della Luna, dove in assenza di Blaser per un’indisposizione, ci alternammo in un incontro in bilico tra il tecnico e il giornalistico. Fu un mix di informazioni e di ricordi molto apprezzato. Raccontammo quella Luna che io avevo seguito da studente universitario e lui davanti alla telecamera, portando il bagaglio di entrambi, da condividere tra due semplici appassionati».
Un ultimo ricordo: «Era una persona non a caso molto amata dal pubblico. Sempre documentato, in modo preciso, aveva questa capacità di parlare comprensibilmente e una maniera di porgersi che ti catturava e ti faceva venir voglia di ascoltarlo».
Bigatto ha dunque lasciato quel “pianeta che è oramai da considerare – chiudiamo come abbiamo aperto, con le sue parole a ‘Meridiana’ – come un’astronave in cui ogni essere vivente è imbarcato come se fosse un astronauta. Perché questa astronave proceda nel migliore dei modi possibili sono necessarie la collaborazione e la buona volontà di tutti”.