Sipario tra fuoco e fumo
Rogo alla pensione La Santa di Viganello, un arresto per incendio doloso
Non c’è pace per la pensione La Santa di Viganello. Dopo la sanguinosa morte di un 35enne ticinese il 17 dicembre – per la quale due persone sono sospettate di assassinio, subordinatamente omicidio intenzionale –, la struttura torna tristemente alla ribalta per un altro spiacevole fatto di cronaca. Sabato mattina c’è stato infatti un principio d’incendio. Il fumo si è rapidamente propagato all’interno dell’edificio rendendo necessaria l’evacuazione a titolo precauzionale di sette persone.
Secondo nostre informazioni, l’incendio sarebbe partito dal bagno di una camera e a far scattare l’allerta sarebbe stato uno degli inquilini della pensione. Prontamente intervenuti, i Pompieri di Lugano hanno domato le fiamme e arieggiato i locali, mentre sul posto – oltre alle Polizie cantonale e comunale, che hanno chiuso temporaneamente la strada – è accorsa anche la Croce Verde luganese per i primi soccorsi. Fortunatamente, non è stata necessaria alcuna ospedalizzazione per intossicazione.
Una 28enne – una svizzera domiciliata nel Luganese, che gravitava attorno alla pensione – è stata arrestata sabato sera, dopo essere stata interrogata in giornata. Come comunicato da Ministero pubblico e Polizia cantonale, la giovane è infatti sospettata di incendio intenzionale. Bocche cucite sull’argomento da parte degli inquirenti, ma stando a quanto riferito durante il weekend dalla Rsi, una delle piste d’indagine porta direttamente ai fatti del 17 dicembre.
La donna fermata sarebbe stata infatti in buoni rapporti con l’uomo trovato morto a seguito di una violenta lite e per la cui presunta uccisione sono indagati un 34enne austriaco residente nel Luganese e un 43enne svizzero del Mendrisiotto. Non sarebbe da escludere infatti un impulso incendiario sulla scia delle forti emozioni delle ultime settimane e in particolare immediatamente a seguito del funerale del 35enne, avvenuto venerdì pomeriggio a Lugano.
Attivati i servizi sociali per gli ospiti
Ipotesi che spetterà ora al procuratore pubblico Pablo Fäh vagliare, per un incarto che va ad aggiungersi a quello già in mano alla collega Valentina Tuoni per il presunto delitto.
Di certo c’è che durante le ultime due notti, le sette persone che risiedevano alla pensione hanno trascorso fuori la notte: cinque ospitate dalla Protezione civile e due che hanno trovato ospitalità privatamente. Già sabato è intervenuto sul posto l’Ufficio tecnico di Lugano, che ha dichiarato l’inabitabilità delle stanze sul piano dov’è avvenuto il principio d’incendio. Un’agibilità che verrà nuovamente concessa soltanto una volta che i locali verranno ripuliti e ristrutturati, spiega il vicecomandante della Polcom Franco Macchi. Un investimento importante, per una pensione che non solo è modesta ma per la quale ci sarebbe già una data di chiusura: il 15 gennaio. La licenza edilizia – per costruire una palazzina con alloggi indirizzati prevalentemente a studenti – è già stata rilasciata dalla Città di Lugano. Manca invece ancora la domanda per avviare il cantiere. Non potendo far rientro alla Santa, che ne sarà delle persone che vi risiedevano? «Abbiamo già preso contatto coi servizi sociali sia della Città che del Cantone – replica Macchi –, che provvederanno a trovare loro una sistemazione alternativa». La pensione, ricordiamo, ospita(va) perlopiù persone socialmente fragili e in difficoltà.