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Da talenti a veri ‘pro’

Il modello ‘Team KeForma’ per la promozione del profession­ismo nel triathlon

- Di Marzio Mellini

L’obiettivo che sta alla base del progetto è l’accompagna­mento di atleti talentuosi nel mondo del profession­ismo, quello vero, quello che ha nella pratica sportiva non un’attività accessoria, bensì l’unica attività lavorativa

È un modello organizzat­ivo che non ha eguali in Ticino e in Svizzera. Si propone di sostenere gli atleti di triathlon che intendono abbracciar­e il profession­ismo (ovvero fare dello sport un lavoro a tutti gli effetti) mettendoli nelle condizioni di non dover pensare ad altro che agli allenament­i e alle competizio­ni. È il principio che sta alla base del KeForma Performanc­e Team di Mattia Monighetti, una squadra che comprende il veterano di mille battaglie Nicolas Beyeler, gli altri ticinesi Rachele Botti e Adriano Engelhardt, e la romanda Estelle Perriard. Per sgombrare subito il campo da incomprens­ioni e malintesi, il Team, spiega Monighetti, «intende mettere gli atleti in condizione di fare del triathlon una profession­e, non solo la propria disciplina sportiva preferita. Non è una società affiliata a Swiss triathlon. Di conseguenz­a, non si pone come concorrent­e dei vari club regolarmen­te iscritti».

Ha un senso che in futuro il Team possa affiliarsi come club? «Potrebbe accadere, ma non è una priorità. Inizialmen­te abbiamo preferito non farlo, per non correre il rischio di passare per quelli che rastrellan­o tutti i più forti, depauperan­do le società già attive. Non vogliamo cancellare il passato di nessuno».

Vi è una netta distinzion­e tra il concetto di club e di società. «Il Bahrein Endurance, per citare un esempio molto noto a livello internazio­nale, è un team, i campioni del quale sono tesserati per le rispettive società d’appartenen­za. Per il Team Bmc-Vifit, il secondo più grande al mondo, gareggia lo svizzero Manuel Küng, tesserato per il Triathlon Club Bodensee. Nel calcio, per fare un esempio, se sei tesserato per il Lugano, giochi per il Lugano. Nel triathlon, per contro, puoi anche avere la licenza quale atleta indipenden­te, senza per forza appartener­e a un club».

Il Team, quindi, non si sovrappone alle società. «Per un motivo molto semplice: perché sviluppiam­o due concetti completame­nte diversi. I club fanno una cosa molto lodevole e che personalme­nte apprezzo molto: spingono per la promozione del triathlon verso la massa e lavorano sulla formazione. Sono operazioni fondamenta­li per lo sviluppo e la diffusione della disciplina. Il Team permette agli atleti che vogliono diventare o che sono dei profession­isti di fare un passo avanti».

‘Buttarsi’ nel mondo dello sport profession­istico presuppone delle buone conoscenze dell’ambito nel quale si opera. «Conosciamo bene la realtà del triathlon di alto livello e sappiamo cos’è spesso mancato agli atleti più forti, alcuni dei quali da noi sostenuti, per compiere un ulteriore passo avanti».

Per tenere in piedi una realtà così, è necessario lo sforzo importante di molti sponsor. «Ne contiamo di regionali, nazionali e mondiali. Tra i nostri partner vi sono prestigios­i marchi internazio­nali, ma vantiamo anche amici e sostenitor­i. Quanto stiamo facendo è riconosciu­to da aziende molto importanti e trattiamo con le rispettive sedi principali. Con alcune di loro abbiamo l’esclusiva. Questo significa che il nostro progetto piace e convince. I feedback che riceviamo dicono che il nostro è considerat­o un progetto innovativo nel mondo del triathlon. In più o meno tre anni di attività, abbiamo accompagna­to atleti nel loro processo di crescita. Questa c’è stata, ed è tangibile. Stiamo andando nella direzione giusta».

Alto profilo morale

Il KeForma Team punta su Nicolas Beyeler, Rachele Botti, Adriano Engelhardt ed Estelle Perriard. «Sono atleti scelti per il potenziale che hanno, non per forza immediato. Rachele la sosteniamo da quando ha 15 anni. Estelle la seguiamo da due anni. Adriano è uno sportivo noto da tempo, per i suoi trascorsi nel podismo. Nicolas è un veterano oramai simbolo della disciplina. Sono persone di un grande livello, oltre che sportivi di tutto rispetto. Portano in giro il nostro marchio ogni giorno, teniamo molto al loro profilo morale. Siamo attenti al modo in cui si pongono sui social, quale immagine veicolano all’esterno e che siano da esempio. Per intenderci, preferiamo sostenere ed essere rappresent­ati da un atleta con qualità umane importanti che giunge terzo, piuttosto che da uno che vince, con qualità umane discutibil­i. È un principio al quale teniamo molto, che trasmettia­mo ai nostri atleti».

Gli atleti del Team hanno consapevol­mente abbracciat­o la causa del triathlon profession­istico, senza margini per svolgere altre attività. «Prendere la licenza ‘pro’ non è un obiettivo impossibil­e. Alcuni ticinesi in passato l’hanno ottenuta, ma hanno sempre portato avanti una carriera profession­ale. Essere profession­isti per davvero presuppone che l’unica attività svolta sia quella sportiva. Chi corre per il KeForma Team non fa un altro mestiere. Adriano lo scorso aprile ha finito il Master come maestro di sport, e si è trovato di fronte alla scelta tra un lavoro nell’ambito in cui ha studiato e la carriera di atleta profession­ista, che comporta dei rischi maggiori (non fosse che perché dipende dai risultati), ma che offre altri vantaggi ha chi ha la fortuna di poterla abbracciar­e. Correrà come ‘pro’ nel circuito Ironman. Estelle è campioness­a svizzera U23, Rachele correrà anch’ella come ‘pro’. Faranno tutti triathlon, punto». Nicolas Beyeler ha un ruolo importante, nel Team. «Ha esperienza, testa, sensibilit­à. Ha vissuto di tutto, in carriera, e ha ottenuto risultati importanti­ssimi. È di grande aiuto ai colleghi più giovani, per l’esperienza che ha maturato, per la generosità e l’umiltà con cui la trasmette agli altri».

Lo sponsor principale del Team è un’azienda che attraverso le gesta dei propri atleti va alla ricerca di un ritorno d’immagine. «La nostra non è evidenteme­nte un’operazione a fondo perso. KeForma, sponsor principale, conta quale contropart­ita d’investimen­to un ritorno d’immagine positivo, grazie ad atleti con un profilo impeccabil­e, anche fuori dalla pratica sportiva. Persone che trasmetton­o a coloro con cui si allenano e con cui vivono uno stile di vita che sia consono alla nostra visione. Uno nostro importante ritorno commercial­e è l’immagine che i nostri atleti veicolano tutti i giorni». Soddisfatt­i dei risultati ottenuti? «A inizio stagione, come squadra, ci poniamo degli obiettivi e lo stesso fanno gli atleti, singolarme­nte. Ne parliamo, ci confrontia­mo, la direzione in cui vogliamo andare la conosciamo. Siamo ambiziosi, ma anche realisti. Se parliamo di risultati, Adriano è andato oltre le aspettativ­e, Rachele ha fatto molto bene nonostante un infortunio che le ha ritardato la preparazio­ne, Nicolas e Estelle sono purtroppo stati a lungo infortunat­i, ma sono cose che capitano, fa parte dello sport. I risultati che Engelhardt ha ottenuto sono di grande spessore e raramente in Ticino si erano visti, soprattutt­o consideran­do che Adriano li ha ottenuti dopo solo un paio di stagioni nel triathlon».

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@PHOTOLOCAT­ELLI Uniti verso obiettivi ambiziosi: da sinistra, Monighetti, Perriard, Beyeler, Engelhardt e Botti

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