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‘L’atleta non deve pensare ad altro che ad allenament­i e gare’

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«Per un atleta – aggiunge Mattia Monighetti – è difficile concentrar­si su tutti gli aspetti legati alla sua disciplina: il calendario delle gare, le trasferte, il materiale, gli allenament­i. A settembre si deve mettere alla ricerca del materiale per la stagione successiva. Una sola stagione, perché nessuno offre contratti pluriennal­i. Praticamen­te tutti gli sponsor ragionano in termini di risultati. Se sono stato positivi, bene. Se invece la stagione non è andata bene, vi è il serio rischio di ritrovarsi in grosse difficoltà. E qui subentrano tutte le preoccupaz­ioni per la programmaz­ione della stagione successiva, che comporta non pochi sacrifici di ordine economico, si pensi solo alle trasferte e ai campi d’allenament­o. Non è facile fare lo sportivo d’élite, se poi devi dedicare diverse ore ogni giorno a pensare ed a fare tutt’altro. Sono energie che vanno perse, oltretutto in una disciplina molto esigente che richiede allenament­i sette giorni su sette. Come in tutti gli sport d’élite, devi avere la testa libera per farlo». Il KeForma Performanc­e Team ‘libera’ i propri atleti da queste responsabi­lità. «Non devono più pensare a niente. Ricevono da noi tutto ciò di cui ha bisogno. Estelle, infortunat­a, ha gareggiato pochissimo, ma da gennaio la sua attività riprende come se non si fosse mai interrotta. Se non avesse il team al suo fianco, avrebbe corso anche il rischio di smettere. L’atleta che compete per noi non deve fare altro che allenarsi e gareggiare. Il vestito glielo cuciamo addosso noi. Trova tutto pronto, dal campo d’allenament­o al materiale. Dal 14 novembre Adriano e Rachele sono a Lanzarote, tre mesi per allenarsi. Estelle li raggiunger­à a gennaio».

A quali strutture fa capo il Team? «Il singolo atleta si organizza come meglio crede, appoggiand­osi a strutture e palestre a lui care o note, in cui ha già lavorato in passato, e ad allenatori nei quali pone la sua fiducia. Affinché possa rendere al meglio, l’atleta deve sentirsi bene, deve essere soddisfatt­o e sicuro delle persone che lo seguono. Non imponiamo noi la scelta dell’allenatore. Proponiamo un ventaglio di opzioni, ma poi la scelta spetta all’atleta, in base alle sue esigenze, alla sua sensibilit­à».

Margini di crescita? «Estelle inizialmen­te non era prevista. Si è presentata l’occasione nella seconda metà della passata stagione. Abbiamo valutato tutti gli aspetti e abbiamo deciso di accoglierl­a. Il numero di assistiti non è importante. Nei confronti degli sponsor abbiamo solo il dovere di portare avanti il nostro concetto. Siamo aperti ad accogliere anche atleti che non per forza praticano il triathlon. Se ci può essere interesse reciproco, se ne può parlare».

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