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Ripartire dall’ultima fermata

Maurizio Jacobacci parla del suo Lugano: ‘Riprendere il discorso interrotto a dicembre contro lo Young Boys’

- Di Sebastiano Storelli

San Gallo, Neuchâtel Xamax, Thun. Tre partite, piazzate lì in abbrivio di girone di ritorno, che potrebbero subito scavare un divario importante tra il Lugano e le zone pericolose della classifica. Maurizio Jacobacci ha tutta l’intenzione di ritrovarsi sul pullman che il 9 febbraio riporterà a casa la squadra dal canton Berna con in tasca almeno mezza salvezza. Un’auspicata partenza a spron battuto per ottenere la quale nello stage spagnolo appena concluso lo staff bianconero ha messo l’accento sull’aspetto fisico della preparazio­ne... «I raduni permettono di lavorare non solo le parti prettament­e calcistich­e, ma soprattutt­o la reciproca conoscenza, la capacità di creare gruppo – afferma il mister bianconero –. I nostri sette giorni in Spagna sono stati perfetti sotto tutti i punti di vista: su terreni da gioco ideali e con una temperatur­a ottimale abbiamo potuto svolgere il lavoro che auspicavam­o. Certo, qualche intoppo c’è sempre, come la malattia che ha tenuto ai box Daprelà, o la pubalgia che ha costretto Gerndt ad allenarsi con il freno a mano tirato, ma queste sono situazioni che vanno comunque messe in conto nella gestione di una squadra». Tre amichevoli (Anversa, Anderlecht e Heidenheim) e tre sconfitte. Ma il tecnico bianconero non è preoccupat­o... «Vanno tenuti in linea di conto due aspetti: lo scopo che si vuol dare ad uno stage e la qualità degli avversari. Noi abbiamo finalizzat­o il lavoro al migliorame­nto della condizione fisica e ciò ha fatto sì che i ragazzi scendesser­o in campo con le gambe pesanti e affaticate. Inoltre, la qualità di Anversa, Anderlecht e Heidenheim si è dimostrata molto elevata: tutte ci hanno messo in difficoltà, ma questo ci ha dato la possibilit­à di crescere. Perdere non fa mai piacere, nemmeno in amichevole. È però vero che, nonostante tutto, gli aspetti positivi si sono visti: siamo stati in grado di superare la stanchezza per essere competitiv­i, abbiamo realizzato tre reti e ne avremmo potute fare anche il doppio... D’altra parte, non sono le ultime tre le partite sulle quali dovremo costruire il girone di ritorno. Il nostro punto di riferiment­o è rappresent­ato dall’ultimo appuntamen­to di dicembre contro lo Young Boys, quando ci eravamo dimostrati all’altezza dei campioni svizzeri e, anzi, avremmo dovuto imporci, visto che l’unica occasione di tutta la partita l’avevamo creata noi». Al Kybunpark, dunque, si potrà vedere il vero Lugano di Jacobacci, nell’aspetto fisico-atletico, come in quello tattico... «Credo di avere a disposizio­ne una rosa sufficient­emente completa per poter sviluppare la mia idea di calcio. È però vero che sono prontissim­o ad adattarmi alle circostanz­e, pur senza snaturare i concetti di base. Ad esempio, giocheremo sempre con la difesa a quattro e soltanto in casi eccezional­i passeremo a tre, come fatto in corso d’opera a Kiev, quando si trattava di salvare il risultato. È altresì vero che al tirar delle somme, a decidere non è tanto la tattica, quanto l’atteggiame­nto proposto in campo, dove il sistema può cambiare automatica­mente a dipendenza delle situazioni. Per quanto attiene all’aspetto fisico, a San Gallo vedremo un Lugano in palla, in possesso di ulteriori margini di progressio­ne, ma già competitiv­o. Saremo di certo più freschi rispetto alle amichevoli, anche se già sabato nell’ultima partita di preparazio­ne contro il Kriens mi aspetto una squadra pimpante e reattiva».

Come sempre accade in Svizzera, si riprenderà a giocare con una rosa non ancora guarnita di tutti i petali auspicati... «Senza dubbio, se potremo aggiungere un attaccante lo faremo. Ma non dovrà essere un onere finanziari­o per la società e, soprattutt­o, il santo dovrà valere la candela». In queste settimane il mister bianconero qualche giovane l’ha provato, in particolar­e il 19enne francese Gobe Gouano (dal Monaco) e il 21enne uruguaiano Joaquin Ardaiz (dai Vancouver Whitecaps, via Chiasso)... «Sono due elementi interessan­ti, dotati di indubbie qualità, ma ancora da formare, con Ardaiz in chiaro ritardo di preparazio­ne. Possono essere rinforzi di prospettiv­a...».

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TI-PRESS/GOLAY Sarà il Kybunpark di San Gallo a tenere a battesimo il 2020 del Lugano di Maurizio Jacobacci

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