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Staminali, un bisogno sanitario indotto

Il governo ricorda che sono pochi i trapianti autologhi da sangue ombelicale

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“La conservazi­one, a pagamento, delle cellule staminali del cordone ombelicale suscita una serie di interrogat­ivi etici”. In particolar­e, “con il pretesto dell’interesse del nascituro, si insinua nei genitori la convinzion­e che esista un bisogno sanitario”. È quanto si legge nella risposta a all’interrogaz­ione parlamenta­re di Nicola Pini (Plr) e Gina La Mantia (Ps) dal titolo emblematic­o: ‘Facciamo chiarezza sull’utilizzo del sangue ombelicale’. In realtà, precisa il governo, “gli esperti consideran­o molto improbabil­e che le cellule staminali conservate in banche private possano essere utilizzate”. La conservazi­one di cellule staminali prelevate dal sangue del cordone ombelicale è da alcuni anni al centro del dibattito pubblico. Società private sono sorte negli ultimi anni in Svizzera e in Ticino con lo scopo di conservare tali cellule per un eventuale trapianto a fini terapeutic­i, ovviamente a pagamento. Il Consiglio di Stato prova a fare chiarezza ricordando che tale materia rientra nella competenza federale, essendo disciplina­ta dalla legge sui trapianti. Ad ogni modo, nella risposta all’atto parlamenta­re, si fa notare che “il legislator­e ha optato per un approccio normativo completame­nte diverso, a seconda che si tratti di conservazi­oni di staminali per il trapianto allogenico oppure autologo”. Sintetizza­ndo, l’esercizio di una banca (pubblica) di cellule staminale per il trapianto allogenico (donante e ricevente sono persone diverse) è sempre stato soggetto ad autorizzaz­ione preventiva e controllo pubblico, mentre l’attività di una banca a scopo autologo (privata) fino al 2007 poteva addirittur­a essere avviata senza nemmeno presentare una notifica. Una situazione che si è dimostrata altamente problemati­ca, in particolar­e in quei Cantoni, come il Ticino, confrontat­i con la presenza sul proprio territorio di diverse banche private. Dal 2008 è stato quindi introdotto l’obbligo di notifica (a Swissmedic) per tutte le banche di conservazi­one e dal novembre 2017 anche per chi intende preparare, consegnare, importare o esportare tali cellule. Diverso invece il caso delle banche pubbliche che si avvalgono di donazioni solidali e inserite in una rete internazio­nale di ricerca e utilizzo. Il controllo pubblico è molto più rigoroso.

Il fallimento della società Cryo-Save Sa di Ginevra e della DNA Tech Sa (già Genes-X Sa) di Gentilino nel 2016, esemplific­ano bene i pericoli di un’attività di conservazi­one disciplina­ta essenzialm­ente da un contratto privato concluso tra la banca e i genitori.

In Ticino, si ricorda infine, la raccolta del sangue del cordone ombelicale è possibile da 15 anni in tutte le strutture sanitarie al momento del parto. Dal 2008 in tutte le sale parto del Cantone i genitori hanno la possibilit­à di optare per una donazione solidale, a cura del Servizio trasfusion­ale Crs della Svizzera italiana.

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