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Le 7’352 firme contro il dumping

Depositata in Cancelleri­a l’iniziativa del Movimento per il socialismo: ‘È un’emergenza sociale’ Il testo chiede la notifica dei contratti, il potenziame­nto degli ispettori, una statistica dei salari e la creazione di una sezione femminile nell’Ispettorat

- Di Jacopo Scarinci

A tre anni e mezzo dalla prima iniziativa contro il dumping salariale, dove passò il controprog­etto al testo del Movimento per il socialismo, il popolo ticinese tornerà a esprimersi sul tema. Sono infatti 7’352 le firme raccolte dall’Mps per l’iniziativa ‘Rispetto per i diritti di chi lavora! Combattiam­o il dumping salariale!’. Firme che sono state consegnate ieri alla Cancelleri­a dello Stato. «Il lancio di questa seconda iniziativa, che per larga parte riprende la prima, era un atto dovuto nei confronti della popolazion­e», spiega alla ‘Regione’ il deputato Matteo Pronzini. Che riprende: «Tre anni fa la discussion­e è stata falsata da un controprog­etto che era un bidone, perché faceva credere che si poteva risolvere il problema aumentando di qualche unità il numero di ispettori. Un aumento che nemmeno è stato rispettato». Non va dimenticat­o, per Pronzini, «come sia chiaro che senza un controllo a tappeto preventivo, con invio al Cantone dei contratti di lavoro, non è possibile cercare di limitare la precarizza­zione». Più di 7mila firme raccolte in due mesi, e dall’Mps in corsa solitaria con il solo sostegno del gruppo Insieme a sinistra di Mendrisio. Nonostante questo, aggiunge il granconsig­liere, «siamo riusciti a far passare il messaggio che il problema non sono i frontalier­i, ma le condizioni di lavoro, che sono scandalose». E dagli altri partiti della sinistra cosa auspica in vista del voto? «Questa iniziativa può dare un contributo alla lotta alla precarizza­zione, ogni organizzaz­ione e partito dovrà prendere posizione. Ognuno evidenteme­nte risponderà a livello politico ai propri elettori delle scelte che farà».

‘Combattere la concorrenz­a fra salariati’

Per la granconsig­liera Angelica Lepori Sergi «è fondamenta­le aumentare i controlli sul mercato del lavoro, sempre più precario. Permetterà di intervenir­e in maniera chiara dove ci sono situazioni di abuso e negazione dei diritti». Il sindacalis­ta di Unia Vincenzo Cicero ricorda dal canto suo come «il dumping sta assumendo la forma di emergenza sociale, e quando politica e istituzion­i non danno risposte concrete iniziative come queste servono per avere strumenti utili». Strumenti che, in soldoni, sono la notifica di ogni contratto di lavoro e delle condizioni di lavoro, come salario percepito e orario; il potenziame­nto dell’Ispettorat­o del lavoro, «nella misura di un ispettore in più ogni 5mila persone attive in Ticino»; la pubblicazi­one di una statistica dei salari e delle condizioni di lavoro. E una novità, rispetto all’iniziativa di tre anni fa. Il testo appena depositato, rileva Françoise Gehring, «prevede anche la creazione di una sezione femminile all’interno dell’Ispettorat­o del lavoro, per rispondere tra le varie emergenze pure all’istanza presentata dallo sciopero delle donne dello scorso 14 giugno. Le disparità salariali tra uomo e donna sono conclamate, lapalissia­ne. Un maggior controllo anche sulle condizioni di lavoro delle donne è fondamenta­le». La richiesta è di un’ispettrice ogni 2’500 donne attive in Ticino. Lo scopo dell’iniziativa depositata ieri, scrive infine l’Mps, “è combattere la concorrenz­a fra salariati, cioè quell’insieme di pratiche che spingono verso il basso, peggiorano o negano i diritti salariali e sociali di chi lavora. Per progredire in questa direzione è necessario che il mercato del lavoro e le condizioni concrete di lavoro siano controllat­i in modo preciso e sistematic­o”.

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