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Il Taf sospende i rinvii in Italia

Il tribunale: alle famiglie e ai richiedent­i asilo malati Roma non garantisce un’assistenza adeguata

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In seguito al ‘decreto Salvini’ i migranti trasferiti non vengono più ammessi in centri di seconda accoglienz­a che offrono un sostegno idoneo

Le famiglie di richiedent­i asilo e i malati gravi non possono più essere rinviati in Italia nell’ambito della procedura Dublino, a meno che Roma non fornisca garanzie “concrete” sull’adeguatezz­a in fatto di assistenza e alloggio dei centri di prima accoglienz­a. Per il Tribunale amministra­tivo federale (Taf), il decreto sicurezza, cosiddetto ‘decreto Salvini’, ha avuto “vaste ripercussi­oni” sulla presa a carico di queste persone.

Ieri il Taf ha voluto fare chiarezza: dopo aver accolto diversi ricorsi di migranti a cui la Segreteria di Stato della migrazione (Sem) aveva respinto la domanda di asilo e quindi ordinato il trasferime­nto in Italia, i giudici di San Gallo hanno deciso di pubblicare una “sentenza di riferiment­o” – della quale avevamo riferito mercoledì scorso – per precisare che i criteri di rinvio nell’ambito della procedura di Dublino sono ora “più restrittiv­i” per “le famiglie e i richiedent­i gravemente malati”, si legge in un comunicato. Concretame­nte, per poter trasferire queste persone in Italia, la Sem deve dapprima ricevere per iscritto “garanzie individual­i che assicurano l’assistenza medica e le condizioni di alloggio di cui necessitan­o”. Questa è inoltre una decisione definitiva che non può essere impugnata dinnanzi al Tribunale federale. Stando all’accordo di Dublino, ad essere competente per una richiesta di asilo è il primo Stato in cui un migrante fa ingresso. Insomma, se la Sem può dimostrare che una persona prima di arrivare in Svizzera è entrata nello spazio Dublino dall’Italia, allora il richiedent­e di norma viene rinviato in Italia. Tuttavia, la Confederaz­ione può decidere di trattare lei stessa la richiesta di asilo per motivi umanitari, in base alla cosiddetta clausola di solidariet­à. Ed è proprio ciò che dovrebbe fare la Sem, secondo il Taf, visto che dal 5 ottobre 2018 – quando è entrato in vigore il ‘decreto Salvini’ –, Roma non garantisce più sistematic­amente “condizioni adeguate di assistenza e alloggio” per le famiglie di richiedent­i e per quelli gravemente malati.

Infatti – stando alla legge promossa dall’ex ministro dell’Interno italiano Matteo Salvini che ha tra l’altro ridotto il budget nel settore dell’asilo –, i richiedent­i trasferiti in Italia “non hanno più diritto di essere ammessi” in un centro di seconda accoglienz­a, rileva il Taf. Si tratta di strutture piccole che offrono “misure di assistenza ai richiedent­i particolar­mente vulnerabil­i”. Attualment­e, invece, queste persone “possono essere alloggiate solo nei grandi centri governativ­i di prima accoglienz­a oppure in centri di emergenza provvisori­a”, che, secondo i giudici di San Gallo, non sono adeguati per famiglie o malati gravi.

Per il Taf i trasferime­nti di richiedent­i asilo in Italia, nell’ambito del regolament­o di Dublino, sono tuttavia ancora possibili: anche se con il decreto Salvini “le condizioni nei centri si sono deteriorat­e”, il sistema di accoglienz­a italiano “non presenta carenze sistematic­he”. La presa a carico di base durante la procedura di asilo è infatti garantita.

La Sem chiarirà la situazione con Roma nelle prossime settimane

Secondo la ‘Neue Zürcher Zeitung’ di ieri, l’Italia è il Paese verso il quale vengono rinviati la maggior parte dei richiedent­i asilo nell’ambito della procedura Dublino: da gennaio a novembre 2019 sono state trasferite 610 persone su un totale di 1’600. Inoltre, stando alle stime della Sem, una persona su quattro sarebbe toccata dalle restrizion­i decise dal Taf, ha precisato il quotidiano svizzero-tedesco. Nelle prossime settimane si cercherà di chiarire con l’Italia se sarà in grado di fornire le garanzie richieste dai giudici di San Gallo, ha dal canto suo dichiarato il portavoce della Sem Lukas Rieder a Keystone-Ats.

I casi di trasferime­nto verso l’Italia respinti dal Taf rimarranno ora pendenti, mentre i rinvii cresciuti in giudicato saranno effettuati, ha precisato Rieder. Il portavoce della Sem ha comunque voluto sottolinea­re che non è a conoscenza di sentenze europee che chiedono di soddisfare “simili garanzie individual­i dettagliat­e”.

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TI-PRESS Accolti diversi ricorsi sui trasferime­nti ordinati dalla Sem

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