Schermaglie preelettorali
Dalle assemblee alla campagna: a Mendrisio ci ha pensato l’ex sindaco Croci a scaldare il clima
Dal plenum del Ppd partite le prime stoccate all’indirizzo del Plr; che per ora preferisce evitare polemiche e attacchi
Carlo Croci ormai è fuori dai giochi. Basta guardare il suo viso disteso per capire che le ansie di Palazzo oggi sono solo un ricordo. Per il Ppd di Mendrisio, però, c’è sempre. Infatti, giovedì sera a Rancate l’intervento (estemporaneo) dell’ex sindaco all’assemblea – chiamata a mettere il sigillo sulle liste per il 5 aprile, cfr. ‘laRegione’ di ieri – ha lasciato il segno. Croci non ha mancato, in effetti, di piazzare la sua zampata. E neanche a dirlo il destinatario di un paio di stoccate, assestate con naturalezza, è stato il partito che aveva occupato la stessa sala (l’aula magna delle scuole) la sera prima (cfr. ‘laRegione’ del 16 gennaio). Ha un bel dire, insomma, il Plr a voler rifuggire dalle polemiche e da una campagna fatta in attacco o in difesa (a discapito dei temi sul tavolo). Anche controvoglia i liberaliradicali saranno trascinati sul terreno di un gioco che potrebbe anche farsi duro. Nel mezzo, del resto, c’è un sindacato passato di mano (dal Ppd al Plr) due anni orsono, una transizione che brucia ancora in casa ‘azzurra’. Se mai v’è stata tregua a Mendrisio fra le due forze politiche di Centro in nome delle Federali, adesso è finita: campo libero alle schermaglie. Così, per cominciare, giovedì Croci ha preso le misure partendo da liste e candidature (su cui è calata la sua convinta benedizione): «Prima del tempo, e non era scontato, siamo riusciti a presentare 60 nomi per il Consiglio comunale – ha rimarcato soddisfatto –. Se avete letto fra le righe, l’‘altro’ partito – e il riferimento non poteva che essere al Plr, ndr – non ha ancora pronta la sua lista». Primo round. A risvegliare, però, del tutto l’orgoglio popolaredemocratico è bastato l’aneddoto successivo. «Durante le feste – ha raccontato l’ex sindaco alla platea – ho ricevuto una telefonata da un esponente del Plr che mi edotto sul fatto che il ‘suo’ presidente cantonale in una serata conviviale natalizia avrebbe attribuito al Plr il merito dell’iscrizione fra i Beni Unesco delle Processioni storiche di Mendrisio». Brusio in sala, della serie ‘date al Ppd ciò che è del Ppd’. Sta di fatto che oggi a presiedere la Fondazione c’è Gabriele Ponti, incidentalmente consigliere comunale del Plr (anche se, a ben vedere, le Processioni per finire sono di tutti). Ma andiamo al sodo. «Dopo il ballottaggio – ha rivelato ancora Croci – non siamo andati all’opposizione: durante la legislatura si lavora. Oggi possiamo affermare con fierezza come Ppd di aver contribuito a costruire questa città, guardando pure al futuro. Una Città, quella che è nata, nuova, moderna, che può dare delle opportunità ai giovani e di cui sono orgoglioso». A questo punto l’esortazione consegnata da Croci è stata esplicita. «Non bisogna aver timore di essere sul territorio, di incontrare i cittadini e di portare loro questo messaggio, di aver avuto un ruolo nella realizzazione della Nuova Mendrisio». Come dire, fa più il buon vecchio porta a porta (ai tempi lo chiamavano anche galoppinaggio) delle moderne reti sociali.
Meglio la piazza dei social
E qui senza volerlo Ppd e Plr (che per ora, come ribadito dal presidente della Sezione Tiziano Calderari al plenum di mercoledì, non intende scadere nei toni polemici) trovano un punto in comune. Nell’era dei post su facebook e dei tweet, la politica, quella concreta dei problemi e delle soluzioni, la si fa con il contatto diretto con il cittadino e non con gli slogan. E proprio nei Comuni i gruppi sembrano averlo capito. Di sicuro nelle assemblee di liberaliradicali e popolaridemocratici questa necessità (non solo elettorale) è emersa chiara e tonda.