A pagare lo scotto saranno gli inquilini
Con l’iniziativa «Più abitazioni a prezzi accessibili”, l’associazione degli inquilini formula false promesse che non possono essere mantenute. Non solo: malgrado il titolo allettante, in caso di accettazione dell’iniziativa a farne le spese saranno proprio gli stessi inquilini. L’iniziativa chiede che almeno il 10% delle abitazioni di nuova costruzione sia di proprietà di committenti di utilità pubblica. Gli iniziativisti vogliono inoltre l’introduzione di diritti di prelazione per Cantoni e Comuni e che ai proprietari che effettuano misure di risanamento (...)
(…) energetico non sia concesso di aumentare l’affitto.
Il fondamento stesso su cui si regge l’iniziativa, ossia la promozione di abitazioni di pubblica utilità e quindi di affitti a pigione moderata, poggia su basi assurde. È infatti soltanto un numero ristretto di persone che beneficerebbe di un appartamento sovvenzionato, mentre la grande maggioranza si vedrebbe costretto a pagare affitti più elevati sul libero mercato. L’assegnazione di alloggi di utilità pubblica, inoltre, avviene già oggi secondo criteri totalmente arbitrari – tant’è che solo un quarto dei soci delle cooperative d’alloggio appartiene a quel 20% della popolazione che più avrebbe bisogno di un appartamento a prezzo agevolato; il resto dei soci appartiene invece alle fasce più ricche della popolazione. Viene dunque da chiedersi a chi verranno assegnati tali alloggi qualora essi fossero pensati solo per il 10% della popolazione…
Un intervento dello Stato sul mercato immobiliare rappresenta un’azione dirigista che nuoce al fondamento federalista svizzero, offrendo al settore pubblico una posizione di vantaggio ingiusta e con conseguenze pericolose. Qualora non si trovassero abbastanza committenti di utilità pubblica, infatti, la Confederazione si vedrebbe costretta ad intervenire, costruendo i propri alloggi di utilità pubblica anche laddove non ve ne fosse bisogno, semplicemente per raggiungere la quota fissa del 10%. Un intervento, questo, che comporterebbe un aumento irragionevole dei costi per gli enti pubblici, con spese pari a ben 120 milioni di franchi in più all’anno. La sovranità dei Cantoni verrebbe inoltre messa in discussione, poiché non avrebbero più voce in capitolo per quanto riguarda la situazione dell’alloggio delle famiglie economicamente e socialmente più deboli sul loro territorio. L’offerta di alloggi non può quindi essere un compito dello Stato, né può basarsi su rigide quote da rispettare. Essa deve invece seguire la domanda reale del mercato, in accordo con le necessità locali. L’iniziativa degli inquilini minaccia la stabilità di un mercato immobiliare funzionante attraverso proposte irresponsabili e antifederaliste. Le soluzioni sostenute dall’associazione degli inquilini sono in realtà uno specchietto per allodole che non risolveranno i problemi dei singoli centri metropolitani. L’invito è dunque ad esprimere un chiaro No all’iniziativa il prossimo 9 febbraio.