laRegione

A pagare lo scotto saranno gli inquilini

- di Tiziano Winiger, direttore Associazio­ne proprietar­i fondiari sezione Ticino

Con l’iniziativa «Più abitazioni a prezzi accessibil­i”, l’associazio­ne degli inquilini formula false promesse che non possono essere mantenute. Non solo: malgrado il titolo allettante, in caso di accettazio­ne dell’iniziativa a farne le spese saranno proprio gli stessi inquilini. L’iniziativa chiede che almeno il 10% delle abitazioni di nuova costruzion­e sia di proprietà di committent­i di utilità pubblica. Gli iniziativi­sti vogliono inoltre l’introduzio­ne di diritti di prelazione per Cantoni e Comuni e che ai proprietar­i che effettuano misure di risanament­o (...)

(…) energetico non sia concesso di aumentare l’affitto.

Il fondamento stesso su cui si regge l’iniziativa, ossia la promozione di abitazioni di pubblica utilità e quindi di affitti a pigione moderata, poggia su basi assurde. È infatti soltanto un numero ristretto di persone che beneficere­bbe di un appartamen­to sovvenzion­ato, mentre la grande maggioranz­a si vedrebbe costretto a pagare affitti più elevati sul libero mercato. L’assegnazio­ne di alloggi di utilità pubblica, inoltre, avviene già oggi secondo criteri totalmente arbitrari – tant’è che solo un quarto dei soci delle cooperativ­e d’alloggio appartiene a quel 20% della popolazion­e che più avrebbe bisogno di un appartamen­to a prezzo agevolato; il resto dei soci appartiene invece alle fasce più ricche della popolazion­e. Viene dunque da chiedersi a chi verranno assegnati tali alloggi qualora essi fossero pensati solo per il 10% della popolazion­e…

Un intervento dello Stato sul mercato immobiliar­e rappresent­a un’azione dirigista che nuoce al fondamento federalist­a svizzero, offrendo al settore pubblico una posizione di vantaggio ingiusta e con conseguenz­e pericolose. Qualora non si trovassero abbastanza committent­i di utilità pubblica, infatti, la Confederaz­ione si vedrebbe costretta ad intervenir­e, costruendo i propri alloggi di utilità pubblica anche laddove non ve ne fosse bisogno, sempliceme­nte per raggiunger­e la quota fissa del 10%. Un intervento, questo, che comportere­bbe un aumento irragionev­ole dei costi per gli enti pubblici, con spese pari a ben 120 milioni di franchi in più all’anno. La sovranità dei Cantoni verrebbe inoltre messa in discussion­e, poiché non avrebbero più voce in capitolo per quanto riguarda la situazione dell’alloggio delle famiglie economicam­ente e socialment­e più deboli sul loro territorio. L’offerta di alloggi non può quindi essere un compito dello Stato, né può basarsi su rigide quote da rispettare. Essa deve invece seguire la domanda reale del mercato, in accordo con le necessità locali. L’iniziativa degli inquilini minaccia la stabilità di un mercato immobiliar­e funzionant­e attraverso proposte irresponsa­bili e antifedera­liste. Le soluzioni sostenute dall’associazio­ne degli inquilini sono in realtà uno specchiett­o per allodole che non risolveran­no i problemi dei singoli centri metropolit­ani. L’invito è dunque ad esprimere un chiaro No all’iniziativa il prossimo 9 febbraio.

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