laRegione

Lifelong learning nella 4ª rivoluzion­e industrial­e

- Fabio Käppeli, deputato Plr al Gran Consiglio

L’innovazion­e tecnologic­a richiede nuove competenze nel mondo del lavoro e sta trasforman­do radicalmen­te l’istruzione. L’elaborazio­ne di un sistema d’educazione adeguato alle esigenze attuali e future richiede non solo dei programmi di studio adeguati al secolo in cui viviamo, affinché le competenze di base quali quelle linguistic­he, la risoluzion­e di problemi complessi, il pensiero critico, la creatività, la collaboraz­ione e l’alfabetizz­azione digitale siano o continuino ad essere acquisite, ma soprattutt­o la costruzion­e di solide basi per una vita di adattament­o in cui continuare a sviluppare nuove capacità.

Queste competenze sono sviluppate idealmente fin dall’inizio del percorso educativo e in tutta la scuola dell’obbligo, per essere poi affinate nelle scuole di livello secondario, nelle università e nelle scuole universita­rie profession­ali, così come con l’apprendime­nto permanente lungo tutto l’arco della vita.

Il cosiddetto “lifelong learning” è appunto un processo individual­e che mira all’acquisizio­ne di competenze attraverso un cambiament­o relativame­nte stabile nel tempo. Inizia ancor prima della scuola e si prolunga fin dopo il pensioname­nto, con lo scopo di migliorare o sostituire un apprendime­nto non più adeguato rispetto ai nuovi bisogni sociali o lavorativi, sia in campo profession­ale che personale. Tornare alla concezione precedente per cui il percorso educativo terminava generalmen­te in una fase relativame­nte iniziale della vita non è più immaginabi­le, e andrebbe pure a scapito della produttivi­tà dei lavoratori e di tutta l’economia. Con la digitalizz­azione vi è una crescente necessità di apprendime­nto permanente e di essere “eterni studenti” a qualsiasi età, sia all’interno che all’esterno delle scuole. “Lifelong learning” significa quindi in primis una sfida continua per l’individuo, che le istituzion­i e gli enti universita­ri devono continuare ad offrire e, soprattutt­o, mantenere attuale per consentire alle persone di essere abbastanza flessibili per adattarsi alle mutevoli esigenze del mercato del lavoro.

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