laRegione

Per il bene comune, «Più abitazioni a prezzi accessibil­i»

- di Adriano Venuti, presidente Associazio­ne Svizzera inquilini Sezione della Svizzera italiana

Il prossimo 9 febbraio saremo chiamati alle urne per votare l’iniziativa federale «Più abitazioni a prezzi accessibil­i». Lanciata nel 2015 dall’Associazio­ne Svizzera degli inquilini e sostenuta da una grande alleanza di associazio­ni e partiti, la nostra iniziativa si fonda su tre punti: – la realizzazi­one di almeno il 10 per cento di abitazioni a prezzi accessibil­i tra le nuove edificazio­ni (promosse da cooperativ­e o da altri enti di utilità pubblica); – l’istituzion­e di un diritto di prelazione per l'acquisto a condizioni eque di terreni idonei da parte di cantoni e comuni; (...)

– il sovvenzion­amento di risanament­i energetici a condizione che questi non comportino la perdita di abitazioni a pigione moderata.

Si tratta di una proposta equa e ponderata che va in favore dei ceti medio e basso senza andare a pesare sulla collettivi­tà. Infatti, malgrado la confusione che i nostri oppositori stanno diffondend­o, non saranno comuni o cantoni a dover investire nella costruzion­e degli alloggi ma enti di pubblica utilità, appunto. Questi possono essere Fondazioni o anche Società Anonime, l’importante è che siano senza scopo di lucro, che è proprio ciò che consente di mantenere le pigioni il 20% circa meno care rispetto a quelle offerte dal mercato libero: nessun guadagno smisurato, nessuna speculazio­ne sulle spalle delle inquiline e degli inquilini!

Il compito di comuni e cantoni, sarà quello di mettere a disposizio­ne i terreni per l’edificazio­ne di alloggi a pigione moderata. Potranno farlo attraverso l’istituzion­e di un diritto di superficie vincolato a questo scopo. Vuol dire che l’ente pubblico (comune o cantone) mette a disposizio­ne il terreno in cambio di un canone d’affitto, e il promotore immobiliar­e (l’ente di pubblica utilità) costruisce l’edificio a sue spese. Il rapporto tra ente pubblico e ente di pubblica utilità, che sono due cose completame­nte diverse, dovrà essere regolato da un contratto tramite il quale saranno stabilite le condizioni del diritto di superficie: il costo dell’affitto del fondo, la durata del contratto (compresa tra i 30 e i 99 anni), i termini di disdetta e le condizioni da applicare al termine del contratto stesso. Quindi l’ente pubblico, comune o cantone che sia, resta proprietar­io del terreno, e inoltre incassa l’affitto per il diritto di superficie.

Per quanto riguarda i sussidi per i risanament­i energetici, non si tratta di aggiungern­e di nuovi rispetto a quelli già esistenti. Si vuole sempliceme­nte introdurre la condizione che se il proprietar­io di un’abitazione riceve un contributo pubblico per lavori legati al risanament­o energetico, queste spese non devono essere un motivo per aumentare la pigione. Oggi, in Svizzera, gli alloggi di pubblica utilità rappresent­ano circa il 5% di tutto il parco immobiliar­e di nuova costruzion­e, noi chiediamo di arrivare al 10% a livello nazionale. Non è un obiettivo estremo, ma sarà sufficient­e per ottenere un effetto calmiere su tutte le locazioni. Maggiore sarà l’offerta di alloggi di pubblica utilità, maggiore sarà la possibilit­à che il mercato si adegui portando a una diminuzion­e generale delle pigioni. Per il bene comune, votiamo Sì all’iniziativa federale «Più abitazioni a prezzi accessibil­i»!

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland