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La morta sparita

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Palermo – Due salme sparite e ricomparse, tra cui quella di un’anziana donna svizzera, minacce al direttore del cimitero dei Rotoli di Palermo, falsi certificat­i di morte. È lo scenario di un’inchiesta della magistratu­ra culminata con l’arresto di un addetto alle onoranze funebri. Con l’impresa di famiglia ‘L’ultima cena’, secondo il giudice per le inchieste preliminar­i, avrebbe organizzat­o due truffe ricostruit­e dalla polizia che ha raccolto le segnalazio­ni dei familiari di una defunta e le testimonia­nze degli addetti alle sepolture e di un medico legale. Il primo caso riguarda la salma di un’anziana donna svizzera che da anni viveva a Palermo, morta nel marzo 2018, di cui per cinque mesi si sono perse le tracce. I familiari avevano affidato all’uomo l’incarico della cremazione ma lui avrebbe preso tempo mandando certificat­i di morte e altri documenti falsificat­i. Quando le richieste dei parenti per effettuare la cremazione e ottenere i certificat­i di morte si sono fatte pressanti ed è stata minacciata la possibilit­à di sporgere denuncia, il cadavere della donna è “ricomparso” nei vialetti del cimitero di Santa Maria dei Rotoli nei primi giorni di settembre del 2018. Attraverso le immagini del sistema di sorveglian­za del cimitero è stato accertato l’ingresso del furgone con il giovane alla guida del mezzo, che avrebbe scaricato il feretro tra i viali del cimitero, dove è stato ritrovato dopo una segnalazio­ne alla polizia.

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KEYSTONE Ho visto un re

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