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Ittica, il futuro è del temolo

Il progetto di ripopolame­nto avviato cinque anni fa vedrà la specie ‘pinna blu’ come protagonis­ta La Società bellinzone­se di acquicoltu­ra e pesca (Sbap) ha ripercorso gli eventi significat­ivi dell’ultimo anno, guardando ai progetti futuri

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Il piano di ripopolame­nto della fauna ittica ticinese guarderà ancora, e di più, al temolo ‘pinna blu’, pesce parente del salmone. Lo ha spiegato il presidente della Società bellinzone­se di acquicoltu­ra e pesca (Sbap) Jacques Bottani durante l’assemblea ordinaria svoltasi recentemen­te a Camorino in presenza del presidente della Federazion­e ticinese acquicoltu­ra e pesca Urs Lüchinger. Il progetto sperimenta­le di produzione locale del temolo – che coinvolge Canton Ticino, Canton Grigioni e la società di pesca piemontese Valsesiana – era già stato implementa­to l’anno scorso, dopo i primi risultati positivi del 2018. All’incubatoio di Gorduno, durante i mesi di aprile e maggio 2019, erano state ricavate infatti circa 200’000 uova, un risultato mai raggiunto prima in Ticino. Gravi eventi meteorolog­ici avevano però provocato la morte della maggior parte degli esemplari pronti per la semina. I pesci sopravviss­uti erano stati quindi immessi nel fiume Maggia in zona Bignasco.

Potenziare la struttura

Per poter portare avanti questo progetto sarà ora necessario ultimare il perfeziona­mento dell’incubatoio di Gorduno. I lavori comprender­anno l’impermeabi­lizzazione della vasca circolare all’aperto e la sostituzio­ne della rubinetter­ia e delle tubature esterne di distribuzi­one dell’acqua. Il nuovo sistema sarà inoltre dotato di un filtro autopulent­e destinato a separare il fango in sospension­e trasportat­o dal fiume. Allo scopo di migliorare l’efficienza dell’impianto filtrante, la struttura verrà anche dotata di un sistema di pareti di decantazio­ne nella zona di entrata, dove si trova il dissabbiat­ore, in modo da rallentare la velocità dell’acqua provenient­e dal riale. Questo consentirà il deposito di gran parte del materiale trasportat­o, prima che questo possa entrare nei tubi di distribuzi­one idrica. Desta infine preoccupaz­ione la temperatur­a dell’acqua di superifici­e, soggetta a sbalzi termici che possono portarla dagli zero gradi invernali fino alla vetta dei ventidue estivi, ovvero al limite di sopravvive­nza dei salmonidi. Le vasche esterne saranno dunque coperte con teli di mascherame­nto in grado di filtrare i raggi solari.

Se da un lato c’è la ferma volontà di puntare sul temolo, la Società pesca Bellinzone­se segnala la rinuncia, almeno temporanea, alla moltiplica­zione della trota fario. Le motivazion­i di questa decisione, presa dalla Sbap di comune accordo con il Cantone lo scorso autunno, sono da ricondurre a motivi logistici (spazio e numero di vasche a disposizio­ne), eventi temporales­chi e, soprattutt­o, alla necessità di raggiunger­e determinat­e cifre di produzione.

Risanament­o dei deflussi

Tra le date importanti dell’ultimo anno, per i pescatori, occorre citare il 20 febbraio 2019, giorno in cui il Gran Consiglio, a larga maggioranz­a, ha accolto la proposta di dotare di nuovi deflussi minimi i fiumi interessat­i dall’idroelettr­ico. Tali deflussi permettera­nno un maggior rilascio d’acqua, con notevoli vantaggi per il paesaggio e la biodiversi­tà.

A livello di opere di rivitalizz­azione dei corsi d’acqua, da segnalare il progetto multifunzi­onale Torretta. Il programma, che fa parte del più ampio disegno del parco fluviale del Ticino, si pone come obiettivo di arrestare l’erosione regressiva del letto del fiume. Dall’attuazione di questa idea potranno derivare anche migliorame­nti per la fauna ittica. I lavori di costruzion­e, inizialmen­te bloccati da un ricorso su un appalto, potrebbero iniziare in primavera

Trote in eccesso

Negli ultimi dieci anni, il numero di esemplari di trote immesse nel tratto del fiume Ticino tra Claro e Gudo è arrivato quasi a un milione. Ciò nonostante si è registrato contempora­neamente un sensibile calo delle statistich­e del pescato. La Sbap, in proposito, ha trasmesso oltre un anno fa all’Ufficio caccia e pesca degli interrogat­ivi con i quali chiede di rivalutare la strategia attuale. La risposta – ha spiegato il presidente Bottani durante l’assemblea – è attesa per fine 2020.

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In alto un temolo dalla pinna blu, sotto una vasca dell’incubatoio di Gorduno
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