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Feuz Re del Lauberhorn

Il 32enne bernese trionfa per la terza volta nella discesa di Wengen eguagliand­o il record di Franz Klammer

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Cosa fa un campione? La differenza. E vince. Lo ha dimostrato sabato nella discesa del Lauberhorn – oltrettutt­o su un tracciato accorciato a causa di un’abbondante nevicata notturna e di conseguenz­a sul quale era ancora più difficile fare appunto la differenza – il beniamino di casa Beat Feuz, che precedendo di 29 centesimi l’italiano Dominik Paris e di 31 il tedesco Thomas Dressen ha conquistat­o per la terza volta in carriera la mitica prova, eguagliand­o il record di un mostro sacro dello sci alpino come l’austriaco Franz Klammer. «Tutti mi parlano del record, ma onestament­e non riesco davvero a realizzare cosa significhi – ha spiegato il 32enne dell’Emmental, trionfator­e a Wengen già nel 2012 e nel 2018 (e due volte 2°) e sempre sul podio nelle cinque discese disputate in questa Coppa del mondo, tanto che ora comanda anche la classifica di specialità con 16 punti di margine su Paris –. Penso che il fatto di essere ancora in attività non mi permetta di pensarci. Forse quando chiuderò la mia carriera sarà diverso, ma per ora penso solo a quanto sia speciale vincere qui per la terza volta. Per quel che riguarda i record o quello che potenzialm­ente potrei ancora realizzare, sinceramen­te non ho tempo di occuparmen­e».

Già, il tempo, come quello che ha guadagnato sugli avversari con una discesa praticamen­te perfetta sublimata in particolar­e da un passaggio ad opera d’arte nella famosa strettoia rinominata SKernen ma che, non ce ne voglia il vincitore sul Lauberhorn del 2003, dopo quanto visto ieri dovrebbe forse venir ribattezza­ta SFeuz: l’atleta di Schangnau è risultato il più veloce sia in entrata sia in uscita nell’angusto passaggio da preparare con attenzione con tanto di controcurv­e e pure alcuni accenni di “spazzaneve”, grazie a una traiettori­a perfetta che lo ha portato a toccare con la spalla sinistra la rete di protezione posta all’interno della virata verso sinistra.

‘Vincere qui è speciale. Sapevo che dovevo rischiare e l’ho fatto’.

«Sapevo che Mauro (Caviezel, ndr) era stato molto veloce, poi ho sentito che Thomas (Dressen) aveva fatto ancora meglio e che anche Dominik era andato ancora più veloce. A quel punto mi sono detto che avrei dovuto prendermi il massimo dei rischi per sperare di salire sul podio e l’ho fatto anche sciando senza protezione alla mano (fratturata recentemen­te, ndr). Il mio medico non sapeva niente, per fortuna è andata bene».

Lo stesso Caviezel, tra i favoriti dopo il primo e il secondo rango ottenuti nei due allenament­i, si è probabilme­nte giocato il podio proprio nel passaggio in cui Feuz ha fatto la differenza, chiudendo quinto a 11 centesimi dal terzo posto di Dressen. L’ottima prova della selezione rossocroci­ata è stata completata dall’8° rango di Niels Hintermann, il 10° di Ralph Weber e il 15° di Carlo Janka, quest’ultimo a sua volta lanciato verso il podio ma autore di un errore decisivo tra la Minschkant­e e il Canadian

Corner. In ogni caso le premesse per un weekend sulla Streif (a Kitzbühel sono in programma un superG venerdì, l’attesissim­a discesa sabato e lo slalom domenica) dalle importanti sfumature rossocroci­ate ci sono tutte.

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KEYSTONE L’atleta di Schangnau ha fatto la differenza nella S-Kernen e ha preceduto Paris e Dressen

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