Il flagello delle locuste sull’Africa orientale
Sono almeno due decine di milioni le persone esposte al rischio di carestia in Africa orientale per un’invasione di locuste senza precedenti. Secondo le Nazioni Unite, la migrazione, partita dallo Yemen, si compone di cento, duecento miliardi di insetti, la cui voracità è tale da annientare l’intera produzione cerealicola dell’area.
La crisi più acuta riguarda ora Kenya, Somalia ed Etiopia, zone in cui “ci sono tredici milioni di persone in una situazione di insicurezza alimentare acuta, di cui dieci milioni nei luoghi colpiti dalle locuste”, ha spiegato il capo degli affari umanitari dell’Onu, Mark Lowcock. Mentre venti milioni di abitanti si trovano già in condizioni di insicurezza alimentare, per cui la situazione potrebbe ancora deteriorarsi.
Il rischio infatti è che, a causa del riscaldamento dell’Oceano Indiano, un maggiore numero di cicloni arrivi al largo dell’Africa orientale, e questo aumenta la probabilità di ulteriori focolai di locuste. Peraltro, l’invasione di locuste è un fenomeno con cui i Paesi del Corno d’Africa si sono trovati ad avere a che fare raramente (in alcune zone è il peggiore degli ultimi 70 anni). Gli sciami di insetti si stanno già spostando verso l’Uganda e la Tanzania, ed entro l’estate potrebbero espandersi sul Nord Africa e verso il Sud-est asiatico a causa delle correnti dei monsoni.
Anche la Fao, l’organizzazione dell’Onu per l’alimentazione e l’agricoltura, ha avvertito del pericolo di carestia in Africa orientale se non si metteranno sotto controllo gli enormi sciami che infestano la regione. La Fao ha sollecitato maggiori fondi per l’irrorazione aerea di insetticidi con l’obiettivo di contenere il problema nelle prossime settimane. In caso contrario, le locuste si moltiplicheranno ulteriormente. “La sola buona notizia è che siamo nel periodo posto tra due stagioni di raccolta, quindi abbiamo una finestra di opportunità per ridurre il flagello delle locuste in vista della stagione delle piantagioni che inizia a marzo e aprile nella maggior parte della regione”, ha detto il direttore Emergenze della Fao, Dominique Burgeon.