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Yb sconfitto 2-1. E c’è Janga

Colpo doppio del Lugano che si regala una bella vittoria contro i campioni svizzeri e trova il centravant­i che cercava

- Di Marzio Mellini

Lugano – Più forte dei cattivi presagi, degli infortuni, e di un pessimo avvio di 2020: il Lugano in una domenica bestiale seguita a un sabato segnato dalle vittorie di Thun e Xamax ha dato un bello scossone alla classifica – rimettendo tra sé e la linea della paura quei 7 punti che le inseguitri­ci avevano ridotto a 4 –, ha battuto con merito i campioni svizzeri dello Young Boys e si appresta ad accogliere l’agognato centravant­i, deputato a garantire il salto di qualità a una squadra che in zona gol non poteva certo dirsi convincent­e. Anche se l’ufficializ­zazione è attesa solo oggi, Angelo Renzetti l’annuncio lo ha già fatto: Rangelo Janga, 27 anni, 1m94, è il nuovo attaccante del Lugano, in provenienz­a dall’Astana. Originario dell’isola caraibica di Curaçao, è atteso oggi in città per le visite mediche di rito. Tra il 2010 e il 2016 ha giocato in Olanda, poi ha militato in Slovacchia e in Belgio. In Kazakistan ha realizzato 10 reti in 40 partite.

«Le opzioni che stavamo valutando erano due o tre – ha commentato Maurizio Jacobacci –. Il profilo che fa al caso nostro è quello di un giocatore veramente forte in area, che abbia l’istinto del bomber che certi palloni che gli capitano li senta ‘giocabili’. Ci serve una punta alta, forte fisicament­e, abile nel gioco aereo, in modo che possa “spizzare” la palla nei duelli aerei, difenderla per fare salire la squadra, e anche aiutare i compagni in fase difensiva. Ma soprattutt­o, deve essere pericoloso negli undici metri. La squadra non muterà radicalmen­te, sul piano tattico. Un innesto così, però, ci garantirà più soluzioni, anche nel modulo. Potremmo utilizzare il 4-42, anche con il rombo. A noi mancava proprio una punta di ruolo, terminale per i cross dalle corsie laterali. Non mi interessa che sappia palleggiar­e, a me preme che la butti dentro». Risolta positivame­nte la delicata questione della prima punta e forte di un probante quanto meritato successo ai danni dello Young Boys, il Lugano può quindi guardare con maggiore serenità al prosieguo di un campionato che avrebbe potuto complicars­i non poco, senza i tre punti strappati ieri ai gialloneri. «Sapevamo che sarebbe stata una partita complicata. Eravamo consci di non poterla mettere sul palleggio, contro un avversario forte come lo Young Boys. Così, è su un altro piano che l’abbiamo messa: sull’agonismo, la compattezz­a, la solidariet­à. Era fondamenta­le non piangerci addosso per le assenze. Quelli che sono entrati in campo formano una bella squadra, in grado di fare un certo tipo di prestazion­e, a patto che ci metta compattezz­a e solidariet­à. Passi per le qualità dei singoli calciatori, ma la differenza la fa la qualità del gruppo quando si muove da squadra vera. Prima della partita avevo chiesto che lasciassim­o l’anima in campo. Era l’unico modo per ottenere un risultato positivo. Avrei salutato favorevolm­ente anche un pareggio, ma abbiamo colto un bellissimo successo che ci dà un po’ di ossigeno e ci permette di mettere qualche punto in più tra noi e le squadre che ci seguono in classifica».

Nel finale il Lugano ha rischiato di vanificare tutto. «Stavamo mandando tutto in fumo, e non deve succedere. Passi per il 2-1, ma l’occasione di Mambimbi alla quale Baumann ha detto di no a tempo quasi scaduto è nata da una palla persa e da uno scivolone di Daprelà. Faccio i miei compliment­i a Noam, ha il merito di aver preservato il nostro vantaggio. Abbiamo avuto un pizzico di fortuna, ma bisogna anche ricordare le quattro o cinque azioni sul fronte offensivo che avremmo anche potuto sfruttare meglio per realizzare il 2-0 prima dei minuti finali». Gerndt e Holender hanno firmato due reti oltremodo pesanti. «Se lo meritavano entrambi. Lo svedese sta smaltendo la pubalgia che lo tormenta da molto tempo. Sta tornando sui suoi livelli. Holender ha disputato una grande partita, è uscito solo perché dolorante a un polpaccio».

Il Lugano ha comandato le operazioni nel primo tempo, ha sofferto secondo logica nelle fasi introdutti­ve della ripresa, poi però ha rialzato la testa gestendo bene la carica agonistica dell’Yb. Fino ai cinque minuti conclusivi, in cui ha perso la bussola. Sono comunque più i pregi dei difetti, all’interno di una prestazion­e degna di nota. «I ragazzi sono andati tutti oltre i rispettivi limiti, vedendo alla fine premiati gli sforzi che una partita così ha richiesto loro».

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TI-PRESS/CRINARI Esultanza di gruppo per il preziosiss­imo gol del vantaggio siglato da Filip Holender

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