Il medico cantonale: ‘Per ora non cambia nulla’
Ora che il coronavirus è arrivato a Lodi, dobbiamo preoccuparci di più anche qui da noi? Il medico cantonale Giorgio Merlani nota che «per ora in Ticino non cambia nulla. Naturalmente, nel caso in cui uno dei 250 contatti delle persone contagiate dovesse ammalarsi e risultasse a sua volta avere avuto contatti in Ticino, la procedura di quarantena dovrebbe estendersi anche qui. Ma allo stato attuale non è questo il caso». Niente panico, dunque: «Non è certo il mio compito quello di dipingere le cose come più rosee di quanto siano effettivamente, anzi: se ci fosse un pericolo aumentato sarei il primo a comunicarlo alla popolazione. Ma la catena di trasmissione appare limitata e le autorità sanitarie italiane stanno già provvedendo a mettere in quarantena chi è entrato in contatto con i contagiati. Non ci sono elementi per temere che il virus possa aver raggiunto una dimensione comunitaria». Intanto il medico cantonale ricorda che «le normali misure igieniche valgono comunque, anche perché sta girando la normale influenza: dunque precauzioni come lavarsi le mani ed evitare i contatti stretti con persone visibilmente malate restano auspicabili». Naturalmente sono anche già pronti i piani nell’eventualità in cui i contagi dovessero moltiplicarsi: «In questo caso si tratterebbe di riorientare il funzionamento di strutture sanitarie e di accoglienza. Ma non è il caso di evocare ora questo tipo di scenari». Intanto la corsa mondiale alle mascherine protettive – spesso prodotte in Cina – anche da parte di privati cittadini rischia di creare problemi di fornitura. Mariano Masserini, responsabile comunicazione dell’Eoc, specifica: «Attualmente non c’è penuria e disponiamo di una riserva bastante per diversi mesi, come d’altronde previsto dalle disposizioni federali. Tuttavia, l’approvvigionamento di nuove mascherine è effettivamente diventato problematico. Attualmente non abbiamo preso misure, ma non possiamo escludere che nei prossimi giorni se ne debba valutare l’uso solo per i casi più stringenti». L’Organizzazione mondiale della sanità ricorda che questo ausilio è utile anzitutto per evitare di contagiare gli altri, mentre è meno efficace per evitare d’ammalarsi.