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Il treno ha pochi sostituti

Quando un convoglio è soppresso, può essere difficile appoggiars­i ai bus per lenire i disagi I problemi si verificano principalm­ente nelle ore di punta. Ritardi e mancanza di posti a sedere complicano la situazione.

- Di Federica Ciommiento

Treni soppressi. Non è mai piacevole ma può succedere. Quando però capita nelle ore di punta i disagi sono molti, e non sempre i servizi sostitutiv­i riescono a risolvere il problema.

L’ultimo caso in Ticino è avvenuto lunedì scorso: a partire dalle 6 la circolazio­ne ferroviari­a è stata completame­nte interrotta tra Melide e Lugano per due ore, a causa di un incidente che ha coinvolto una persona. In situazioni simili i passeggeri vengono dirottati su autobus sostitutiv­i. «Facciamo affidament­o sulle compagnie di trasporto presenti sul territorio» dice Patrick Walser, portavoce delle Ffs. «A volte è possibile inserire dei treni in più per reagire a una soppressio­ne, ma dipende se sono disponibil­i e se abbiamo la possibilit­à di introdurre altri treni sulla tratta in un determinat­o momento. In alcuni casi possiamo ‘rinforzare’ i convogli aggiungend­o dei vagoni». Nella situazione di lunedì mattina questa soluzione non era disponibil­e, dato che la tratta era bloccata su entrambi i binari. A coordinare i bus sostitutiv­i in Ticino è il servizio de La Posta: «La Centrale d’esercizio Sud delle Ffs a Pollegio ci contatta e comunica quali sono le loro esigenze, e se noi non riusciamo a soddisfarl­e facciamo riferiment­o ad altre compagnie di trasporto regionali. Abbiamo degli accordi interni con servizi come ad esempio le autolinee mendrisien­si e la Fart», dice Sandro Ruch di Autopostal­e Ticino. «Le Fart sono un partner molto importante per noi dato che hanno a disposizio­ne gli articolati, bus da 18 metri, che riescono a portare più persone rispetto a quelli classici».

La maggiore difficoltà per reperire autobus e conducenti si presenta nelle ore di punta, quando gran parte delle risorse sono già occupate. «Non abbiamo degli autisti di picchetto, ma contattiam­o quelli che possono intervenir­e secondo l’Ordinanza sulla durata del lavoro e del riposo dei conducenti profession­ali» spiega Ruch. «Inoltre anche il problema del traffico non è indifferen­te. Nelle ore di punta le strade sono tutt’altro che deserte e questo incide ulteriorme­nte sul ritardo che i viaggiator­i sono costretti a subire».

Viaggiator­i insoddisfa­tti

A creare problemi sulla linea ferroviari­a non sono unicamente le situazioni impreviste, ma anche i cantieri: «Dal 2015 è stato creato un fondo per l’infrastrut­tura ferroviari­a Fif, da allora le Ffs hanno a disposizio­ne 5 miliardi all’anno per investimen­ti che aveva proposto il Fif con un iniziativa popolare nel 2010», spiega Bruno Storni, vicepresid­ente dell’Associazio­ne traffico e ambiente (Ata). «Oltre a nuove tratte e potenziame­nti, hanno cominciato a recuperare lavori di manutenzio­ne non fatti in passato. In parallelo però ci sono stati tagli al personale e hanno fatto errori nell’acquisto di nuovo materiale rotabile, il tutto con passeggeri in crescita del 40% dal 2010». Infatti i convogli ordinati sono in ritardo e le Ffs hanno avviato un progetto per rimodernar­e vecchi vagoni. Per quanto riguarda il personale, secondo Storni «scarseggia­no macchinist­i e per far fronte a questa mancanza le Ffs hanno aumentato gli stipendi di quelli in formazione, come pure il limite d’età per poterla iniziare».

A mettere a dura prova le ferrovie è anche l’aumento dell’utenza e spesso i reclami si riferiscon­o alla mancanza di sufficient­i posti a sedere. Problemi che per le Ffs si risolveran­no con l’introduzio­ne dei nuovi treni a due piani ‘Giruno’, con l’apertura della Galleria di base del Ceneri e il completame­nto del ‘Corridoio 4 metri’ sull’asse del San Gottardo a partire dal 2021. Affermazio­ni commentate dal Consiglio di Stato in risposta a un’interpella­nza di Cristina Gardenghi (Verdi): per il governo le Ffs si sono fatte sorprender­e “da un’affluenza di passeggeri non del tutto imprevedib­ile”. Per Storni il problema sta in «una gestione troppo aziendale e poco di servizio pubblico».

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ARCHIVIO TI-PRESS In Ticino ritardi ogni giorno

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