laRegione

Obiettivi ideali e realizzabi­li

- Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti

La Giornata dell’economia dedicata alla responsabi­lità sociale delle aziende (CSR) ha fornito spunti interessan­ti e che meritano di essere sviluppati e approfondi­ti, tenuto conto che le nostre aziende, nel contesto nazionale, hanno dimostrato di essere su buoni livelli, e certamente non inferiori a quelli delle altre regioni elvetiche.

Al di là degli obiettivi e dei buoni propositi, vi sono però alcuni trabocchet­ti da considerar­e per non vanificare i principi, spesso realizzati inconsapev­olmente nell’attività quotidiana anche da chi sembra apparentem­ente essere distante dal tema. Prima insidia da evitare è l’abuso del termine “azienda virtuosa”, perché l’associazio­ne mentale secondo cui “quindi gli altri” sono automatica­mente non virtuosi (e quindi magari criminali) incombe sempre. In altre parole, per essere concreti, è certamente virtuoso chi crea la palestra per i propri dipendenti, ma chi non ce l’ha non deve per forza essere “messo alla gogna”. Forse sempliceme­nte perché non può o sarebbe una pratica che non rispecchia le esigenze della propria realtà, oppure pratica la CSR in altro modo, ad esempio, banalmente, gestendo con grande flessibili­tà assenze dovute a visite mediche, impegni familiari ecc.

In questo contesto il “virtuoso” non rende gli altri automatica­mente poco virtuosi. Nello specifico il virtuoso applica misure che vanno oltre gli obblighi legali, che meritano la meritata attenzione.

Ma chi si “limita” a rispettare le leggi o sceglie altre misure meno spettacola­ri, magari perché non ha altra scelta, deve avere il suo giusto riconoscim­ento. Anche l’applicazio­ne pratica di talune misure spacciate genericame­nte come semplici e virtuosiss­ime, va comunque valutata con attenzione. Prendiamo il telelavoro, osannato come panacea contro l’aumento del traffico e altre cose. Tutto giusto, ma teniamo in consideraz­ione che molte aziende non possono applicarlo.

Difficile, malgrado il progresso tecnologic­o, immaginare il telelavoro per opere di cantiere, ma non per questo edilizia e artigianat­o sono nello specifico meno bravi di altri. Pure in ambiti in cui il telelavoro è tecnicamen­te fattibile, esso implica comunque molti risvolti, far cui quelli giuridici concernent­i la sicurezza degli impianti in azienda e al domicilio del dipendente, la protezione dei dati, il rilevament­o del tempo di lavoro e delle pause ecc. Tutte cose da regolament­are con prudenza e che non sono sempre di facile applicazio­ne. Questo non significa che non si possa fare, ma è bene essere coscienti della “realtà” dietro a talune ricette che sembrano facili. Soprattutt­o quando si parla di responsabi­lità sociale e la tentazione di dividere in buoni e cattivi è particolar­mente allettante. Ogni caso rivela precise caratteris­tiche ed esigenze (vedi nostro evento del 2 marzo 2020, info su www.cc-ti.ch).

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