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Con l’oro e l’argento nel piatto

Lo chef Teo Chiaravall­oti è reduce dalle Olimpiadi culinarie di Stoccarda dove la Svizzera ha brillato ‘Un’esperienza unica e che ti attraversa come una scossa’. Il cuoco del Castelgran­de racconta 5 giorni vissuti intensamen­te.

- Di Marino Molinaro

«Ancora adesso, trascorsi alcuni giorni, provo le sensazioni di quelle lunghe ore, di quegli istanti. Del prima, durante e dopo. Tanto impegno, concentraz­ione, affiatamen­to e sangue freddo per gestire gli inconvenie­nti che immancabil­mente si sono presentati e che sono stati risolti. E l’attesa del risultato, della ricompensa per un lavoro di squadra che ha richiesto sacrifici per gli allenament­i mensili fatti insieme nell’arco dell’ultimo anno, e il cui risultato è stato eccezional­e». Sintesi delle Olimpiadi culinarie – tenutesi dal 15 al 19 febbraio a Stoccarda – per bocca di Teo Chiaravall­oti, chef del Ristorante Castelgran­de di Bellinzona, unico componente ticinese della Nazionale svizzera dei cuochi la cui prima squadra si è piazzata settima su 32 concorrent­i. Cinquanta i Paesi presenti, con ai fornelli 2’800 profession­isti. Le Olimpiadi di cucina si svolgono ogni quattro anni: oltre ai Mondiali, sono il più grande e importante evento culinario sul piano internazio­nale. La Società svizzera dei cuochi ha inviato alcune compagini aggiudican­dosi complessiv­amente sei medaglie d’oro e due d’argento. La prima squadra ha vinto l’oro nel concorso Hot Kitchen con un menu di tre portate per 110 persone e una medaglia d’argento nella disciplina ‘Chef’s Table’ caratteriz­zata da sette diversi menu per dodici persone. Tutto viene preparato e servito (in un tempo massimo prestabili­to) sotto gli occhi della giuria e degli ospiti. La squadra juniori ha vinto l’oro nel programma ‘Buffet Ika’ e l’oro nella disciplina di tre portate per 60 persone: ciò che ha permesso loro di salire sul podio nella classifica generale conquistan­do il bronzo olimpico dietro Svezia e Norvegia.

In vetta Regioni ed Esercito

Oltre alle due squadre nazionali, hanno partecipat­o anche altre compagini elvetiche regionali: il Cercle des chefs de cuisine Lucerna e quello di Berna hanno ottenuto entrambi la medaglia d’oro nella categoria squadre regionali; il team lucernese si è addirittur­a aggiudicat­o il titolo olimpico nella classifica a punti delle squadre regionali. Ma non è finita qui, perché la piccola Svizzera può ora vantare la migliore squadra di cucina militare al mondo. In occasione della cerimonia di premiazion­e, la giuria ha messo al primo posto lo Swiss Armed Forces Culinary Team. Tuttavia in questa categoria non viene assegnato alcun titolo olimpico: la squadra in grigio-verde ha potuto partecipar­e nella categoria della ristorazio­ne collettiva, dove ha ottenuto un ottimo terzo posto. Infine la squadra del Trofeo Svg Team si è aggiudicat­a l’argento contribuen­do ad arricchire il medagliere finale.

Nella gara Hot Kitchen di sabato – rammenta Teo Chiaravall­oti – la squadra composta da sei cuochi e un aiutante ha preparato un antipasto a base di luccio perca; un piatto principale con variazione di vitello (lombatina e guancetta), una patata con cuore di fondue al formagio e per dessert una variazione di albicocca.

Nella competizio­ne di lunedì (otto cuochi) il compito consisteva nel confeziona­re sei single food (aperitivo), un antipasto a base di tre pesci diversi, un piatto vegano caldo, un piatto principale a base di agnello dell’Engadina e un dessert a base di prugna. «Sono Olimpiadi di nome e di fatto», annota il cuoco di Biasca

che vanta un passato in ristoranti rinomati internazio­nali e in Ticino al Principe Leopoldo e Villa Sassa: «Già solo poter sfilare con la bandiera svizzera ti mette i brividi. Pensando a quelle giornate, mi sono sentito un privilegia­to. Come ogni sportivo, anche i cuochi sognano un giorno di poter essere lì».

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A sinistra Teo Chiaravall­oti, a destra la squadra nazionale di cui fa parte, con alcuni piatti confeziona­ti in gara

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