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‘Si perdono di vista le priorità’

Frapolli ritiene un danno d’immagine la lettera di Cevio a Lavizzara sulla casa anziani L’imprendito­re proprietar­io degli impianti di Bosco Gurin invita le parti alla calma e a concentrar­si su quelli che sono i veri obiettivi per lo sviluppo del territor

- Di David Leoni

Chiamatela, se volete, “intromissi­onedovuta”. O ingerenza. Più che legittima, però, dal momento che Giovanni Frapolli, promotore di progetti del Masterplan Alta Vallemaggi­a, alla testa del Gruppo della mobilità in seno all’Ascovam e ideatore del progetto di metrò alpino tra Bosco Gurin e la Valle Formazza, delle polemiche sorte attorno alla sorte della futura Casa anziani, contesa tra Cevio e Lavizzara, è stufo. Non foss’altro che danneggia l’immagine di queste realtà territoria­li verso l’esterno e ‘scattiva’ potenziali investitor­i sul territorio.

«La casa anziani è un servizio offerto alla popolazion­e e risponde a una specifica necessità – attacca l’ingegnere proprietar­io degli impianti di risalita della località della Rovana – ma non è un progetto determinan­te per lo sviluppo dell’alta valle. La “sortita” infelice del Municipio di Cevio apre una ferita e genera negatività. Ricordo che siamo parte di una realtà periferica che politicame­nte conta poco. Pertanto inasprire i rapporti con simili lettere non ha senso. Mi sembra di assistere alla visione di un film che finisce male per tutti. Lasciamo spazio ai futuri municipi che usciranno dalle elezioni di aprile e mettiamo alla porta quelle beghe di campanile (che sono spesso rancori di famiglie che si trascinano da secoli). Calmiamo un po’ gli animi e guardiamo alle priorità, che sono ben altre. Penso in particolar­e ai collegamen­ti che serviranno a far uscire l’Alta Vallemaggi­a dall’isolamento. Verso la Leventina e la Formazza. Saranno queste le opere in grado di creare posti di lavoro permanenti, assicurare uno sviluppo del tessuto economico e sociale sulle quattro stagioni e arrestare lo spopolamen­to dei paesi».

‘La moratoria che ha ritardato lo sviluppo serva da monito!’

Nella sua disamina, Frapolli porta indietro di 20 anni le lancette del tempo. «Come promotore di progetti a Bosco Gurin nel 2000 ho dovuto sopportare la moratoria sugli investimen­ti impostami dagli Enti locali. Uno ‘stop’ che mi ha penalizzat­o e che ha ritardato la realizzazi­one di opere quali il metrò alpino e l’ampliament­o dell’Albergo Walser con la SPA, che avrebbero contribuit­o a destagiona­lizzare già allora la nostra destinazio­ne. Erano tutti contro, eppure oggi sono ancora qui a perorare la causa delle valli, penalizzat­e da questo tempo perso per strada. Ho pagato caro il clima teso di quegli anni, grazie al mio carattere non ho mollato la presa.

Dobbiamo quindi imparare dagli errori. Lo dico in tutta franchezza: oggi non sono più disposto a perdere tempo con discussion­i sterili. Chi tira il carro va sostenuto. Il Cantone ci aiuta e condivide queste scelte strategich­e ma non vuole vedere beghe come quella della casa anziani e altre (vedi la questione degli allievi della scuola). Risoluzion­i come quella del Municipio di Cevio non contano nulla! Ripeto, le priorità sono ben altre. Creiamo dunque, in un clima costruttiv­o, un circuito tra l’Alta Vallemaggi­a, l’Ossola e la Leventina e muoveremo settori quali l’edilizia, l’artigianat­o, il recupero e la cura del territorio, il turismo. Se non capiamo queste cose, cosa ci stanno a fare gli imprendito­ri, piccoli o grandi che siano? Chi volete che si lanci in progetti e iniziative se non c’è un interlocut­ore serio e fidato, come nel caso di un futuro Comune forte, dinamico e capace di dialogare con gli imprendito­ri?».

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TI-PRESS Liti sterili, che non aiutano l’imprendito­rialità

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