Targhe campionesi, Roma si muove
Forse è la volta buona per risolvere un problema molto avvertito dai cittadini di Campione d’Italia e dai frontalieri che viaggiano in Italia alla guida di autovetture aziendali e quindi con targhe svizzere.
La Camera dei deputati, con il consenso del Governo, ha espresso parere favorevole su un ordine del giorno presentato da Giorgio Mulè (Forza Italia) e sottoscritto da una trentina di parlamentari appartenenti a tutti i partiti politici. Un ordine del giorno che tende a superare quanto previsto dal decreto sicurezza Salvini del 2018 che all’articolo 93 del codice della strada italiano prevede il divieto per chi risiede in Italia da oltre sessanta giorni di circolare con un veicolo immatricolato all’estero, salvo quanto previsto per taluni casi di leasing, locazione o comodato. Una misura che intende colpire i furbetti, ma che di fatto colpisce soprattutto i frontalieri (ovviamente non solo quelli occupati nei cantoni ticinesi, ma anche chi lavora in Francia, Montecarlo, San Marino e Vaticano) e i campionesi, possessori di autovetture con targhe svizzere. Il mancato rispetto della norma prevede salatissime multe e il sequestro del mezzo. L’ordine del giorno “impegna il Governo ad adottare tempestivamente gli opportuni interventi normativi al fine di risolvere le criticità riscontrate da una cospicua platea di utenti della strada, e in particolar modo, dai lavoratori frontalieri e dai residenti di Campione d’Italia a seguito di quanto previsto dall’articolo 93 del codice numero 308 della strada”.
L’ordine del giorno, così come è stato formulato, sembra aver superato gli ostacoli incontrati da un emendamento che inserito nel decreto milleproroghe era stato bocciato in quanto considerato inammissibile. Il parere favorevole del Governo è giunto da Laura Castelli, sottosegretario Economia e Finanze. Nella discussione è intervenuto Alessio Butti, parlamentare comasco di Fratelli d’Italia che ha colto l’occasione per ricordare al Governo che “Campione d’Italia attende da oltre due anni la soluzione di un problema che ha visto prima il fallimento della casa da gioco e poi il default anche dell’amministrazione comunale. Come se non bastasse, c’è anche la questione doganale che sta letteralmente mettendo in ginocchio la comunità campionese”.