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‘Controlli più severi alle frontiere sarebbero inefficaci’

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L’Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp) segue da vicino l’evoluzione della situazione in Italia, ma per il momento non ritiene necessario introdurre misure supplement­ari. La Confederaz­ione, precisa l’Ufsp, non prende posizione sulle misure messe in atto da altri Paesi. Tuttavia considera che i focolai presenti sul territorio italiano “debbano ora essere controllat­i con tutti i mezzi”. Ai microfoni della Srf Daniel Koch, capo della Divisione malattie trasmissib­ili dell’Ufsp, ha invitato alla calma per quanto riguarda il possibile rischio di contagio per il Ticino. La situazione è preoccupan­te nel Nord Italia, ma si tratta di focolai locali ed è ancora troppo presto per parlare di un’ondata dilagante verso la Svizzera. Anche se in Ticino è stata ventilata l’idea di chiudere le dogane, secondo Koch, controlli più severi alle frontiere sarebbero inefficaci. Ha spiegato che in caso di un’epidemia in Europa sarebbe impossibil­e fermare la diffusione del virus, poiché il continente è troppo fortemente interconne­sso. Le Ffs dal canto loro al momento non prevedono di dover intervenir­e sul traffico internazio­nale verso l’Italia. “Siamo in stretto contatto con l’Ufsp e seguiamo le sue raccomanda­zioni”, spiega Danielle Pallecchi, portavoce dell’ex regia federale. Finora, tuttavia, nessuno dei campioni analizzati nella Confederaz­ione è risultato positivo al Covid-19, nonostante un totale di almeno 280 casi sospetti. Sembra però essere solo questione di tempo: l’Ufsp, sul suo sito web, informa che le autorità “si preparano a possibili scenari in caso di ulteriore diffusione del virus”.

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