Riforma Lpp, il Centro non ci sta
Ppd, Pev e Pbd si oppongono al sistema di finanziamento del 2° pilastro proposto dalle parti sociali
Il progetto è stato messo in consultazione dal governo fino al 27 marzo. Gerhard Pfister: ‘Questo compromesso non ha alcuna chance’.
Il Gruppo del Centro alle Camere federali, formato da Partito popolare democratico (Ppd), Partito evangelico svizzero (Pev) e Partito borghese democratico (Pbd), si oppone al sistema di finanziamento per la riforma del secondo pilastro avanzato nel compromesso delle parti sociali, attualmente in consultazione. Il progetto, secondo il presidente del Ppd Gerhard Pfister, non ha alcuna speranza di essere approvato, sebbene il centro sia in parte favorevole ad alcune delle modifiche proposte . “Ci sono molte cose buone in questo compromesso – ha indicato il consigliere nazionale Benjamin Roduit (Ppd/Vs) –. Tuttavia, non possiamo accettare le norme proposte legate al finanziamento, in particolare il fatto che vengano mischiati secondo e primo pilastro”. “Dobbiamo renderci conto che ciò che le parti sociali e il Consiglio federale propongono è più costoso e meno valido di quello che era sul tavolo per il progetto Previdenza 2020” ha dal canto suo affermato Pfister ai microfoni della Sfr.
Per il Gruppo del Centro, l’alternativa è un fondo sociale – un meccanismo di finanziamento centrale – che deve consentire la garanzia delle pensioni alle generazioni che attraverseranno questo cambiamento. “Ciò richiede un contributo da parte di Confederazione, cantoni, casse di compensazione e perché no anche della Banca nazionale svizzera attraverso un contributo una tantum prelevato dai suoi utili”, ha aggiunto Roduit. I fondi sarebbero dunque da ricercare tra le eccedenze strutturali dello Stato.
Ok al tasso di conversione al 6% Età di entrata da abbassare
Il Gruppo di Centro si dice comunque favorevole al progetto avanzato dalle parti sociali sulla necessità di ridurre il tasso di conversione dal 6,8% al 6,0% nella previdenza professionale obbligatoria (Lpp). Per una giusta compensazione, il progetto prevede che chi arriva all’età pensionabile nei 5 anni successivi all’entrata in vigore della riforma riceva, per tutta la vita, un supplemento mensile di 200 franchi. Tale importo si ridurrà a 150 franchi per chi andrà in pensione nei cinque anni successivi e a 100 per il quinquennio seguente. Dopo 15 anni di transizione, il Consiglio federale stabilirà annualmente l’importo da concedere. Per quanto concerne il finanziamento – secondo il progetto delle parti sociali – a coprire le spese saranno i contributi versati dai dipendenti e dai datori di lavoro, con un’aliquota dello 0,5% del reddito soggetto all’Avs dei dipendenti fino a 853’200 franchi. Il Gruppo di Centro si è però fermamente opposto a questo miscuglio fra i due pilastri, sostenendo che a pagarne le conseguenze saranno i lavoratori a basso reddito e i giovani. Per il Centro, inoltre, la soglia d’ingresso della Lpp deve rimanere a 21’330 franchi, ma l’età di entrata dovrebbe essere abbassata dagli attuali 25 a 20 anni. Il Gruppo vorrebbe inoltre aumentare la protezione dei lavoratori a tempo parziale. Altra misura prevista nel compromesso e ripresa dal governo è il dimezzamento della deduzione di coordinamento, ossia la parte più bassa del salario non assicurata nel secondo pilastro, che il Gruppo del Centro vuole invece ridurre al 40% della rendita annua massima dell’Avs.
Il compromesso sul futuro del secondo pilastro era stato annunciato lo scorso 2 luglio dal presidente dell’Unione svizzera degli imprenditori (Usi) Valentin Vogt, dal presidente l’Unione sindacale svizzera (Uss) Pierre-Yves Maillard e dal presidente di Travail.Suisse Adrian Wüthrich. La consultazione durerà fino al prossimo 27 marzo. In parlamento il
Gruppo del Centro potrebbe far pendere l’ago della bilancia. Il Consiglio federale vorrebbe trasmettere il progetto per la fine del 2020, in modo che la riforma possa entrare in vigore al più presto nel 2024. In caso di referendum, tuttavia, è possibile che possa slittare fino al 2025 o al 2026.