Lang: ‘Ho mentito e mi assumo le mie responsabilità’
Ha suscitato una certa eco nell’ambiente del ciclismo professionistico svizzero l’ammissione di Pirmin Lang di aver fatto ricorso a doping ematico tra il 2015 e il 2016, aiutato dal medico sportivo tedesco Mark Schmidt. A rivelarlo sono state le ricerche condotte dalla ‘Neue Zürcher Zeitung’ e dalla ‘Nzz am Sonntag’. Il nome di Lang era stato fatto direttamente da Schmidt, assieme a quello di diversi altri atleti che, si dice, abbiano fatto ricorso a questo genere di pratica per anni. Sebbene gli inquirenti tedeschi abbiano trasmesso in Svizzera le sue dichiarazioni, per mesi è successo poco. Diventato professionista a quasi 28 anni, Lang ha corso per gran parte della sua carriera (dal 2013 al 2016) per la Iam Cycling, proprio come l’austriaco Stefan Denifl, il quale ha ammesso di aver fatto ricorso alla pratica illecita. Chiusa la carriera da ciclista, Lang ha fondato la Swiss Racing Academy, con lo scopo di dare spazio ai giovani talenti svizzeri per partecipare alle corse su strada. Secondo la ‘Nzz am Sonntag’ questa nuova attività era seguita con occhio vigile dalla Procura argoviese: il sospetto è che quelle pratiche fossero pure rivolte ai giovani ciclisti. Per questo motivo, mercoledì la sua abitazione è stata oggetto di una perquisizione, mentre Lang è stato interrogato per due giorni. Stando a quanto riportato dai media, allo stadio attuale delle indagini l’ufficio del pubblico ministero non avrebbe trovato alcuna indicazione di un comportamento illecito nell’ambito della Swiss Racing Academy.
Da parte sua, Lang ha fatto sentire la sua voce tramite Twitter: ‘Ho imbrogliato nella mia carriera di ciclista professionista. Facevo parte della rete del salasso. Ho mentito e mi assumo la responsabilità delle mie azioni’. Della rete faceva pure parte l’ex allenatore della Nazionale svizzera Danilo Hondo, poi scaricato da Swiss Cycling nel maggio 2019 in seguito alle sua confessione sul doping.