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In chiesa via l’acqua benedetta e niente scambio della pace

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Via l’acqua benedetta dalle santiere e nessuno scambio della pace. Anche nelle chiese ticinesi si prendono delle precauzion­i immediate contro il coronaviru­s. La Diocesi di Lugano ha infatti diramato ieri un ‘vademecum’ diretto ai propri parroci, invitati a seguire alcune misure decise dal vescovo Lazzeri. Per il momento le cerimonie non saranno abolite, ma i fedeli, si rende noto, riceverann­o la “Comunione sulla mano e non in bocca”, mentre i presbiteri e gli animatori liturgici che avvertono sintomi influenzal­i “saranno dispensati dai loro doveri e dovranno rimanere a casa”. Insomma, niente scambio della pace. Il rito, si legge nel comunicato, è ‘omesso’, e niente acqua benedetta nelle santiere. “È importante – aggiunge la Diocesi – che tutte le persone impegnate nella celebrazio­ne dell’Eucarestia si lavino accuratame­nte e più volte le mani con il sapone o con liquido igienizzan­te”. Indicazion­e anche valida per i presbiteri, i diaconi e i ministri straordina­ri che “immediatam­ente prima di distribuir­e il Corpo di Cristo ai fedeli” dovranno lavarsi le mani “possibilme­nte con un liquido igienizzan­te”. Le misure sono entrate in vigore ieri e resteranno valide fino a nuovo avviso, segnala la Diocesi, la quale non esclude eventuali modifiche o ulteriori misure a dipendenza dell’evolversi della situazione.

“Nessun commentato­re che vive in Ticino deve recarsi in Svizzera interna per almeno due settimane”. È questo il comunicato inviato ieri alle redazioni ticinesi da Teleclub. Il divieto di oltrepassa­re il Gottardo emesso nei confronti dei cronisti sportivi, si legge nella nota, è stato deciso “sulla base dell’attuale situazione del coronaviru­s e del grande pericolo”. Si tratta, affermano, di “una misura precauzion­ale adottata dalla nostra azienda”. Inoltre ai commentato­ri che risiedono in altre località della Svizzera è stato chiesto di non fare viaggi in Ticino.

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