laRegione

Cent’ann da (Re) Bordèll

Febbre da bagordi carnascial­eschi anche in Riviera. Da festeggiar­e, un’importante ricorrenza

- di Giorgia Mossi

I regnanti osognesi sono pronti a ricevere in dote le chiavi della città per celebrare assieme ai fedelissim­i sudditi un secolo di divertimen­to

Allegria, amicizia e condivisio­ne. È questa la ricetta vincente del regno di Re Bordèll. Regno che ormai da cent’anni riscalda gli animi della popolazion­e locale dalle rigide temperatur­e invernali. Ma se della manifestaz­ione carnascial­esca si hanno già notizie nel 1892, spulciando vecchi giornalett­i umoristici e fotografie emerge che l’attuale dinastia iniziò nei primi decenni del Novecento. “L’elezione del primo Sovrano avvenne durante la Dieta dei ‘fanagott’ in una burrascosa nottata invernale”, testimonia­no alcuni documenti custoditi da Gualtiero Pellanda, memoria storica nonché ex membro del comitato carnascial­esco. La leggenda vuole che “dopo giorni di gioia e baldoria, un paiasc si alzò e pronunciò la celebre frase ‘L’è ’n bordell scte carnavee!’. E, così, ebbe inizio il regno di Re Bordèll I e regina Bordelona”. Istituita la prima società ‘Pro divertimen­ti Carnevale’, a mancare era solamente un nome per i fedeli sudditi: i Parüsc, termine dialettale che indica il forte attaccamen­to ai sovrani.

Giorni di spensierat­ezza che culminavan­o nell’imponente corteo. Imperdibil­e

evento che iniziava, di prima mattina, con la “spazzatura di tutte le vie del paese, esposizion­e di addobbi e bandiere su tutte le case, installazi­one delle telegrafie e preparativ­i per il risotto”. All’una, una fiumana di persone si riversava nella Piazza Grande per organizzar­e il corteggio in direzione della stazione dove era attesa la regina. A guidare le truppe, il comandante delle guardie a cavallo. “Seguivano la filarmonic­a, la carrozza reale e numerosi carri e figuranti degni di nota. Chiude il corteo, un folto pubblico di curiosi”. Giunti a destinazio­ne, quel che s’intravede ha dell’impression­ante: centinaia di persone e carri provenient­i dalla Riviera sono in trepida attesa di convogliar­e nel capoluogo “per continuare i festeggiam­enti”.

Balli in maschera, ghirlande colorate e lotterie proseguiro­no a corrente alternata fino agli anni Settanta. Grazie all’Associazio­ne calcio Osogna, i bagordi – organizzat­i nell’allora Osteria Berini (oggi Dal Giovann) – ripresero vigore riscontran­do sempre più successo. «Nonostante le temperatur­e rigide, gli organizzat­ori dimostrava­no una grande forza di volontà – ricorda Tarcisio Pellanda, memoria storica ed ex penna del giornalino satirico –. A riscaldare gli animi, ci pensavano poi la bandella ‘la Bisognosa’ e i raggi del sole». Numerosi gli aneddoti, come l’eccezional­e nevicata del 1977. «Oltre settanta centimetri di neve! Eppure, nessuno si fece intimidire... La festa continuò come se nulla fosse». Nel decennio successivo venne istituita l’odierna ‘Società Carnevale Re Bordèll’, il cui primo presidente fu il compianto Florio Zanella, fautore dei primi capannoni in Piazza Grande. Dopo una succession­e di presidenti e regnanti, il divertimen­to si trasferì nella palestra comunale e successiva­mente nell’odierno ‘Villaggio del Carnevale’ (adiacente all’infrastrut­tura).

Quel clima familiare

Piccolo, eppure grande. Nonostante l’importante ricorrenza, il Carnevale di Osogna vuole conservare un clima familiare. «La difficoltà principale è proprio quella di mantenere la manifestaz­ione di dimensioni relativame­nte ridotte – afferma il presidente Teo Matozzo –. È facile farsi prendere dall’entusiasmo, ma per un piccolo quartiere come Osogna è controprod­ucente. Il segreto è di organizzar­e un Carnevale vecchio stampo, però modernizza­to». Musica dal vivo e cucina sempre in funzione, una strategia decisament­e vincente: durante la settimana di bagordi, un viavai di circa 3’500 persone. «Il lavoro è immenso. La programmaz­ione e tutto quello che è l’allestimen­to del capannone iniziano già nel mese di gennaio, però, la popolazion­e ha sempre risposto presente». Di che essere fieri. E, dopo la tradiziona­le mazza e la ‘cena del secolo’, il programma della centesima edizione si veste a festa per l’occasione. A iniziare da mercoledì 26 febbraio, con la serata tartare. Giovedì, il pranzo degli anziani mentre venerdì il ‘Pomeriggio dei bambini’ e la serata hamburger. Per concludere in bellezza, sabato alle 6.30 il ‘Canto del Gallo’ cui seguirà il corteo dei bambini, la risottata e cinque giri di tombola. Appuntamen­to immancabil­e, in cui a prevalere sarà il vero spirito carnascial­esco.

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Oggi al via l’edizione 2020. Una tradizione che resiste negli anni

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