Premiati risultati e lavoro
L’Asf e Vladimir Petkovic prolungano fino al 2022 il contratto che li lega dal 2014.Il ct: ‘Molto contento e orgoglioso di continuare’.
‘Una collaborazione di successo’. Così l‘Asf definisce il rapporto che unisce la federazione svizzera di calcio al ct della Nazionale Vladimir Petkovic, il cui contratto è stato secondo logica prolungato fino al 31 dicembre 2022, al termine della stagione che culminerà nella Coppa del mondo del Qatar. Una scadenza che potrebbe essere anticipata al 31 dicembre 2021, in caso di mancata qualificazione, o al 31 marzo 2022, nell’eventualità di uno spareggio dall’esito negativo. «Le scadenze sono fissate – spiega il direttore delle Nazionali Pierluigi Tami, ma in caso di mancato accesso ai Mondiali, tutto resterebbe aperto». Anche l’opzione di un ulteriore rinnovo, beninteso.
«Con Vladimir Petkovic – sottolinea il presidente centrale dell’Asf Dominique Blanc – la Nazionale si è qualificata a tutte le fasi finali dei grandi tornei. Ha continuamente ringiovanito la squadra, plasmando un’unità forte ed identitaria, capace di entusiasmare continuamente i tifosi. Petkovic rappresenta la qualità e la continuità. Siamo convinti di poter scrivere insieme a lui un ulteriore capitolo della storia di successo del calcio svizzero». Per il ct rossocrociato non vi erano più grandi dubbi su un rinnovo atteso e un po’ scontato. «Per un allenatore – commenta Petkovic – la sopravvivenza è sempre legata alla matematica. In questi ultimi mesi abbiamo ottenuto risultati tali che permettono alla squadra e al sottoscritto di continuare a lavorare assieme. Giunti a questo punto, per me il prolungamento era scontato, proprio alla luce del percorso comune già fatto e degli obiettivi comuni che perseguiamo. Le discussioni condotte nelle ultime settimane sono state solo tre: la prima è stata molto superficiale, per sondare volontà e motivazioni reciproche, le altre per entrare maggiormente nei dettagli dell’operazione. Mai, da parte mia, c’è stata l’impressione che non si potesse andare avanti assieme. Sono molto contento e orgoglioso di poter continuare ad allenare questa grande squadra che rappresenta il nostro Paese. Ci siamo riorganizzati e ci siamo dotati di un assetto più professionale, sia in ambito sportivo, sia in quello delle strutture, al fine di migliorarci ancora di più. La fiducia che ho ricevuto dai miei giocatori e dai dirigenti mi riempie di fiducia. Farò di tutto per ripagarla».
Maggiore stabilità
La squadra – prosegue il ct – ha conosciuto un grande sviluppo, e con essa l’ambiente che ruota attorno. Abbiamo ricompattato l’ambiente, instillando sentimenti positivi che mi sono stati fatti presente da più parti».
Quali sono gli obiettivi contenuti nel prossimo mandato? «Ci siamo già portati a un livello internazionale niente male, ma dobbiamo ottenere altri risultati di prestigio, dando tutti qualcosa in più. Dobbiamo trovare maggiore stabilità, ma nel contempo restare affamati. Ogni giocatore deve trarre il massimo dalla sua militanza nel club. Dobbiamo avere ambizioni senza limiti, anche con l’ambizione di diventare campioni del mondo».
Tra le critiche che furono indirizzate a Petkovic, quella di scarsa... apertura. «Troppo spesso ho letto o sentito cose pretestuose. Quella è proprio la direzione nella quale non vogliamo andare, perché crea solo conflitti. Ricordo che prima che arrivassi non era abitudine rendere visita ai giocatori. Nei primi anni della mia gestione, ho fatto tanto, in tal senso, e molti all’inizio si erano detti sorpresi. Per quattro anni sono stato molto aperto, poi effettivamente mi sono chiuso un po’, come una farfalla nel bozzolo. Dopo la Russia, il processo di crescita ha subìto un rallentamento. Abbiamo fatto tutti qualche passo falso, ma dall’arrivo di Tami ne abbiamo fatti tanti nella direzione giusta. Ci siamo, per così dire, aperti. Abbiamo dato di noi un’immagine diversa, di maggiore apertura, anche verso i tifosi. Il nostro deve essere uno sviluppo positivo».
Sullo sfondo, gli Europei, preceduti dalla tournée di preparazione in Qatar in marzo. «I ragazzi devono conquistarsi o mantenere il posto nei rispettivi club, per meritarsi una maglia della Nazionale. Naturalmente, auguro loro di restare in salute. Shaqiri, per esempio, ha già avuto parecchi contrattempi. Egoisticamente posso anche essere soddisfatto che Akanji e Seferovic tirino un po’ il fiato, in vista di giugno, ma nel complesso preferirei che i rossocrociati giocassero tutti con continuità».