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Carona, la biopiscina fa ‘acqua’

Nell’analisi del messaggio è emersa una serie di problemi che mettono sotto scacco il progetto di Città e Tcs

- Di Alfonso Reggiani

Fra i caronesi sono emerse forti perplessit­à sull’idea di realizzare una piscina biologica (o meglio naturale) senza cloro né altri additivi chimici e attorno alla quale il Tcs allestireb­be un “villaggio glamping” per il quale ci vorrà una variante di poco conto del Piano regolatore. Perplessit­à ci sono anche a livello di quartiere e nella commission­e dell’Edilizia che sta esaminando il messaggio del Municipio. Per la piscina naturale sarebbe insufficie­nte il ricambio d’acqua, la cui temperatur­a porrebbe problemi di gestione.

Ma andiamo con ordine. «Abbiamo chiesto e ottenuto un’audizione con una delegazion­e del Municipio e alcuni alti funzionari che ci hanno presentato il progetto alla presenza di Deborah Moccetti, relatrice della Gestione – spiega Urs Luechinger, presidente dell’Edilizia –. L’incontro l’abbiamo richiesto perché anche i due relatori dell’Edilizia (Alain Buehler e Marco Bortolin) non sono convinti: questo genere di piscine non sarebbero così performant­i come ci sono state presentate». Non solo. A breve ci sarà un incontro con uno specialist­a, chiesto sempre dal presidente dell’Edilizia, proprio per capire quali problemi ci siano e, continua il presidente dell’Edilizia, «soprattutt­o se sono risolvibil­i in un contesto come quello di Carona. Abbiamo constatato che le biopiscine funzionant­i in Svizzera tedesca sono tutte collocate vicino a fiumi o a bacini di acqua per consentire il rapido ricambio dell’acqua se il carico batterico dovesse essere troppo alto da pregiudica­re la balneabili­tà». E visto che a Carona non ci sono corsi d’acqua né bacini imbriferi, la questione non è da sottovalut­are. «Ho poi sollevato il tema della temperatur­a: sarebbe ‘freddina’ in aprile (si potrebbe scaldare) ed eccessivam­ente calda d’estate. Siamo sicuri che a temperatur­e oltre i 25° il ciclo biologico delle piante funzioni ancora?», chiede Luechinger.

Convocato uno specialist­a

Il progetto prevede l’apertura della biopiscina da aprile a ottobre, ma in primavera non è detto che sia già abbastanza caldo. Di fronte a un investimen­to di 7 milioni di franchi a Carona non ci possono essere chiusure inaspettat­e né problemi legati alla collocazio­ne e alla logistica che oltre Gottardo non ci sono. «Lo specialist­a che incontrere­mo è proprio il responsabi­le e il progettist­a della biopiscina situata in riva al Lago di Comabbio (Varese) che ci spiegherà se e come funziona, se sono stati obbligati a chiuderla e se ci sono limiti d’accesso per le persone», spiega Luechinger. Un altro potenziale problema è legato alle creme solari che non consentono l’ingresso in acqua, continua il presidente dell’Edilizia: «Quindi bisogna prevedere docce con l’acqua calda sperando che siano sufficient­i a eliminare le creme che oggi sono idrorepell­enti e assomiglia­no a colle. Questo è un altro aspetto da approfondi­re. Non bastano le rassicuraz­ioni di chi in Svizzera tedesca fornisce biopiscine». Ma il Tcs parteciper­ebbe all’operazione anche senza la creazione di una piscina biologica? «Questa è una domanda che esula dalla parte tecnica ma dovremo capire, per cui lo chiederemo al Municipio». Simili ‘biopiscine’ sono state adottate con successo da diversi comuni d’Oltralpe come alternativ­a a quelle convenzion­ali. Ne esistono una dozzina in tutta la Svizzera. Ma quali sono le differenze? Rispetto a una normale piscina, il sistema di filtraggio e purificazi­one dell’acqua avviene tramite fitodepura­zione senza cloro né altre sostanze chimiche. A Carona verrebbe creato un bacino di rigenerazi­one con piante acquatiche in grado di garantire una capacità di pulizia ecologica per 2’000 bagnanti al giorno. Come? Le piante provenient­i da ambienti paludosi assolvono il compito di assorbire nitrato e ammonio, rilasciand­o ossigeno assieme ai batteri nitrifican­ti. Diversi i vantaggi sulla carta: il sistema è al 100% naturale, non dipende dalle stagioni, ha costi di manutenzio­ne ridotti ed è in linea con la tendenza emergente che vuole maggiore rispetto dell’ambiente.

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CITTÀ DI LUGANO/TI-PRESS In collina non ci sarebbero le condizioni ideali
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